In un comunicato pubblicato sul loro sito ufficiale e sulle sue reti social, le Poste tunisine annunciano l’emissione da mercoledì 20 novembre di un francobollo sul tema Al-Quds (città santa di Gerusalemme, ndr) capitale della Palestina.
Assunto già di per sé politicamente impegnato, lo stesso comunicato specifica che l’emissione del francobollo in questione interviene “nella concretizzazione della decisione del Comitato permanente della Lega Araba e nella conferma della posizione costante della Tunisia a sostegno della causa palestinese e del supporto di sforzi internazionali per realizzare una pace giusta e globale che ponga fine all’occupazione israeliana e consenta la creazione di uno stato palestinese indipendente con Al-Quds come capitale“.
Inoltre, afferma che il gesto “si inscrive nel quadro di una serie di risoluzioni di solidarietà a favore della causa palestinese al fine di concentrarsi sull’arabismo di Al-Quds e della Palestina come sulla sua identità arabo-musulmana. La decisione della Lega degli Stati arabi di adottare Al-Quds come capitale permanente dell’eredità araba costituisce una forma di confronto intellettuale e morale e di resistenza pacifica contro l’occupazione sionista“.
Le Poste tunisine annunciano inoltre che il francobollo è disponibile per la vendita in tutti gli uffici postali o via Internet all’indirizzo http://www.e-stamps.poste.tn.
Clima politico favorevole.
Che dire sulla tempistica di questo annuncio, dal momento che il tono della dichiarazione sembra senza precedenti, almeno in termini di comunicazione istituzionale in Tunisia?
Sin dalla sua modesta campagna elettorale, il nuovo presidente della Repubblica Kaïs Saïed, che fra due giorni completerà il primo mese del suo mandato, si è già fatto notare per le sue posizioni intransigenti sulla questione palestinese, mostrandosi estremamente ostile a qualsiasi “normalizzazione”, termine che rifiuta persino di usare, preferendo l’espressione “alto tradimento”. Una posizione che gli è valsa, secondo molti osservatori, gran parte della sua popolarità tra coloro che poco lo conoscevano solo qualche mese fa.
Più recentemente, Saïed è stato citato dalle agenzie di stampa palestinesi che lo salutano come il primo leader arabo ad avere reagito al bombardamento dell’aviazione israeliana su Gaza, venerdì scorso, in violazione del cessate il fuoco, sebbene l’account Twitter del presidente non sia stato confermato. “Gaza rimarrà la terra della dignità in un momento in cui le vestigia del colonialismo tentano di riportare la nazione araba all’ovile di una dipendenza umiliante”, avrebbe affermato.
Nel dicembre 2017, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme come la capitale di Israele, una decisione unilaterale che ha scatenato un’ondata di critiche da parte della comunità internazionale e fa temere una nuova Intifada in Medio Oriente.
Traduzione per Invictapalestina.org di Simonetta Lambertini.