InfoPal. UNRWA, OMS e la maggioranza dei media internazionali, arabi compresi, non fanno che parlare della vaccinazione di massa anti-polio “concessa” per “pietà umana” dallo stato sionista israeliano. Sembra un’arma di distrazione generale, nel genocidio che Tel Aviv non ha alcuna intenzione di fermare. In questo articolo a cura di Lorenzo Poli ci poniamo alcune domande, come è nella nostra consuetudine di media indipendente e non egemonico, in sintonia con l’articolo della rivista Unz sui “reali” motivi di questa decisione “umanitaria” da parte del regime ebraico.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) ha tenuto una riunione d’emergenza a New York per discutere la possibilità di una tregua umanitaria per garantire la vitalità del programma di vaccinazione antipolio nella striscia assediata di Gaza, nonché altre questioni in Medio Oriente.
Joyce Msuya, ha detto agli ambasciatori che gli operatori umanitari stanno lavorando “senza sosta” per fermare la diffusione del poliovirus di tipo 2 ritrovati in campioni di acque reflue provenienti da Gaza (dati sia del ministero della Salute israeliano sia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in Egitto) dopo che il primo caso in 25 anni è stato rilevato la scorsa settimana. Questo è stato il risultato diretto della sistematica distruzione da parte dell’occupazione israeliana sia dei sistemi idrici della Striscia di Gaza che del settore sanitario.
Mike Ryan, un funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha detto ai funzionari durante l’incontro che la campagna anti-polio dovrebbe “segnare un cambiamento significativo” in tutto il processo di consegna degli aiuti alla striscia di Gaza, che è stato notevolmente ostacolato dalle autorità israeliane.
L’ambasciatore e vice rappresentante permanente dell’Algeria presso le Nazioni Unite (ONU), Nacim Gaouaoui, ha detto che i briefing di giovedì riflettevano la “tragica realtà” della comunità internazionale nel non far rispettare il diritto umanitario nella Striscia di Gaza.
“Mostrano chiaramente l’entità della brutalità alla quale i palestinesi sono sottoposti a seguito di un’occupazione che ha disprezzato tutte le convenzioni e le norme”, ha affermato.
L’Algeria ha ribadito il suo appello per un cessate il fuoco immediato e permanente nella striscia di Gaza al fine di porre fine alla “catastrofica situazione umanitaria”.
Gaouaoui ha sottolineato che il regime israeliano dovrebbe essere ritenuto responsabile per i suoi crimini, oltre alla palese violazione del diritto internazionale.
Non dobbiamo dimenticare che le forze di occupazione israeliane avevano anche sparato contro un convoglio del Programma Alimentare Mondiale dell’ONU (WFP), che ha ottenuto la condanna da diversi membri del UNSC. “Gli operatori umanitari non sono obbligati a rischiare la vita per fornire assistenza a chi ne ha bisogno. È nostro dovere proteggerli e permettere loro di svolgere le loro nobili funzioni senza paura o minaccia” – ha aggiunto.
Dmitry Polyanskiy, Rappresentante permanente aggiunto della Russia, ha sottolineato che il Consiglio di Sicurezza deve garantire che l’ONU e le sue agenzie possano continuare il loro lavoro a Gaza. “Tutte queste parole pronunciate oggi si sono trasformate in banali cliché” – ha detto, riflettendo sulla devastazione di Gaza, la sofferenza della sua gente e il recente incidente in cui le forze israeliane hanno sparato su un veicolo dell’ONU. Ha fatto riferimento agli avvertimenti delle agenzie ONU che “non c’è spazio sicuro a Gaza” in mezzo a focolai di malattie infettive come la poliomielite.
È necessario un cessate il fuoco aperto e sostenibile, ha affermato, aggiungendo che la comunità internazionale deve chiedere che Israele cessi gli attacchi contro gli operatori umanitari.
Polyanskiy ha esortato il Consiglio di Sicurezza ad agire per garantire un cessate il fuoco, affermando che ciò che manca è una volontà politica.
Dal canto suo, la Francia – tramite il suo rappresentante permanente Nicolas de Rivière –
ha esortato a non negoziare l’inizio della campagna di vaccinazione antipolio
poiché la crisi umanitaria ha raggiunto un livello “insostenibile”, con l’aumento degli ordini di evacuazione che aggravano i rischi per i civili e limitano gravemente l’efficacia degli operatori umanitari.
Ha chiesto a Israele di istituire un “efficace sistema di deconfliction” attraverso l’attuazione di pause umanitarie e di garantire l’avvio immediato della campagna di vaccinazione antipolio.
Gli Stati Uniti dicono che ‘Israele’ deve garantire la sicurezza degli operatori umanitari dopo le molteplici violazioni. Robert Wood, vice-rappresentante permanente degli Stati Uniti, ha parlato del sostegno della sua delegazione alla campagna di vaccinazione anti-polio dell’ONU, affermando che deve essere effettuata a Gaza senza indugi.
“Esortiamo Israele a evitare di emettere ordini di evacuazione durante la campagna” – ha dichiarato. “Il successo di questo sforzo è cruciale per salvare la vita dei bambini”.
Affrontando recenti incidenti in cui l’IOF ha preso di mira veicoli del Programma Alimentare Mondiale (WFP) e dell’UNICEF, Wood ha affermato che Israele deve riconoscere questi errori e garantire che le sue forze non sparino di nuovo contro il personale delle Nazioni Unite.
Il ruolo insostituibile dell’UNRWA.
Il rappresentante dell’Algeria ha sottolineato il ruolo umanitario dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) nella Striscia di Gaza, affermando che non può essere sostituita. L’agenzia è stata attaccata con ferocia dal regime israeliano e dai suoi alleati che cercano di metterla da parte e sostituirla con altre organizzazioni.
L’UNRWA svolgerebbe anche un ruolo cruciale nel garantire che il programma di vaccinazione nel territorio assediato abbia successo. L’ambasciatore e rappresentante permanente della Cina, Geng Shuang, ha sottolineato che nonostante le molteplici decisioni del Consiglio di sicurezza e della Corte internazionale di giustizia (ICJ), la situazione a Gaza “continua a peggiorare”.
“Israele ha continuato a reprimere e limitare l’ONU e altre organizzazioni umanitarie, spesso rifiutando di fornire forniture come il carburante”, ha aggiunto Geng.
Ha sottolineato la necessità di una campagna di vaccinazione contro la polio nella Striscia di Gaza, dicendo che il virus “non conosce confini”.
Il diplomatico ha sottolineato l’appello del Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres che ha esortato “Israele” a fornire garanzie di sicurezza e facilitare la campagna di vaccinazione.
L’avvio della campagna vaccinale.
Da domenica sono iniziate le “pause umanitarie limitate” nella Striscia di Gaza centrale per consentire le “vaccinazioni vitali contro la poliomielite a Gaza”. Le pause, a detta dell’OMS, dureranno dalle 6 del mattino alle 3 del pomeriggio per tre giorni, che potranno essere estesi di un altro giorno, se necessario, ed avverranno in “certi luoghi e in certi orari”. Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che le pause inizieranno il 1° settembre e che le squadre sul campo avranno bisogno delle successive 48 ore per garantire che la logistica sia pronta per l’avvio della campagna di vaccinazione.
Il rappresentante dell’OMS nei Territori palestinesi, Rik Peeperkorn, ha affermato che l’Organizzazione ha accolto con favore “un impegno preliminare per pause umanitarie specifiche per area” nei combattimenti per consentire l’avvio della campagna di vaccinazione anti-poliomielite. La campagna di vaccinazione è rivolta a 640.000 bambini sotto i 10 anni, che riceveranno ciascuno due gocce di vaccino orale contro la poliomielite in due cicli, il secondo dei quali verrà somministrato quattro settimane dopo il primo.
“Abbiamo bisogno di queste pause umanitarie e questo è stato molto chiaro. C’è un accordo su questo, quindi ci aspettiamo che tutte le parti si attengano a questo. Altrimenti, è impossibile fare una campagna come si deve”, ha detto.
Gli sforzi si sposteranno poi nella Striscia di Gaza meridionale e infine nella Striscia di Gaza settentrionale per pause simili, ha dichiarato in una conferenza stampa delle Nazioni Unite tramite video da Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale.
“Non dirò che questa è la strada ideale da seguire. Ma è una strada praticabile”, ha detto Peeperkorn.
“Hamas ha accolto con favore la richiesta delle Nazioni Unite di una pausa umanitaria per implementare la campagna di vaccinazione”, ha affermato giovedì Basem Naim, membro e portavoce dell’Ufficio politico di Hamas.
Naim ha affermato che il suo movimento è “pronto a collaborare con le organizzazioni internazionali per garantire questa campagna” in linea con la missione di “servire e proteggere più di 650.000 bambini palestinesi nella Striscia di Gaza”. Hamas ha infatti concordato tre separate pause dei combattimenti, suddivise in zone di tre giorni, nella Striscia di Gaza per consentire la vaccinazione di circa 640.000 bambini contro la poliomielite.
La vaccinazione anti-polio e la narrazione mainstream che dipinge Israele come il “cattivo compassionevole”
Oltre un milione di dosi di vaccino antipolio sono state spedite in Israele in preparazione di una campagna di vaccinazione di massa a Gaza. I vaccini sono una risposta di emergenza al primo caso confermato di poliomielite segnalato a Gaza il mese scorso.
Ciò che sorge spontaneo chiedersi è: l’ONU non è in grado di distribuire aiuti umanitari ai palestinesi, ma sta portando avanti una campagna di vaccinazione di massa? Gli israeliani hanno impedito che cibo, acqua e medicine entrassero a Gaza per mesi – il che ha portato a una carestia di massa e a un forte aumento delle malattie prevenibili – , ma ora dovremmo credere che l’esercito israeliano si preoccupi del benessere fisico delle persone che hanno bombardato e fatto a pezzi negli ultimi 10 mesi?
Parlando da Zawaida, nella parte centrale di Gaza, il signor Rose, dell’UNRWA, ha detto che più di 3.000 persone sarebbero state coinvolte nella campagna di vaccinazione, circa un terzo delle quali provenienti dall’UNRWA. Le squadre sanitarie mobili avrebbero aiutato a consegnare i vaccini ai rifugi, alle cliniche e alle scuole, ma ha aggiunto che era necessaria una pausa umanitaria per genitori e bambini per incontrare in sicurezza gli operatori umanitari in quei siti.
Gli operatori umanitari “faranno del loro meglio per portare a termine la campagna perché, senza di essa, sappiamo che un giorno le condizioni saranno solo peggiori”, ha spiegato il signor Rose. “Non è garantito che sarà un successo”.
Per i bambini che contraggono la poliomielite – ha aggiunto – le prospettive di ricevere un trattamento adeguato restano “incredibilmente scarse”, mentre molti degli ospedali e delle cliniche sanitarie di Gaza sono chiusi o funzionano solo in parte a causa del conflitto.
Quindi, secondo il Times, gli operatori umanitari avranno bisogno di una “pausa umanitaria” (ovvero un cessate il fuoco), la stessa che Netanyahu ha ostinatamente rifiutato per 10 mesi di fila? Dopo un solo caso confermato di poliomielite, ci si aspetta che Netanyahu invertirà la politica per salvare le stesse persone che ha colpito per l’ultimo anno?
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha confermato il 23 agosto che un bambino di 10 mesi è rimasto paralizzato ad una gamba dal virus della poliomielite di tipo 2, il primo caso del genere nel Territorio in 25 anni. (NYTimes)
Tedros si è accorto di un caso di poliovirus e non si è reso conto dell’intero inferno di Gaza, lungo 25 miglia. Non si è accorto che le forze di occupazione israeliane, sostenute e armate dagli Stati Uniti e dall’Europa, continuano la loro guerra coloniale genocida nella Striscia di Gaza da 334 giorni consecutivi (dal 7 ottobre 2023 al 4 settembre 2024), aggiungendo crimini su crimini, nell’impunità totale e nella vergognosa e immorale disinformazione dei media egemonici. Fonti mediche hanno confermato che il bilancio delle vittime palestinesi dell’assalto israeliano dal 7 ottobre è salito a 40.819 morti accertati e 94.291 feriti. A Gaza, la maggior parte delle vittime sono donne e bambini che non sono morti di poliomielite: davvero si credo che oggi il vaccino sia “l’unica speranza di vita” e che invece non lo sia la fine del genocidio in corso?
La sensazione è che, con la campagna di vaccinazione anti-polio, si voglia ritornare a umanizzare Israele che, di fronte ad un caso di poliovirus di tipo 2, garantisce tregue di guerra per vaccinare quello che lui considera il suo “nemico”.
L’Unità Umanitaria dell’Esercito Israeliano (COGAT) – che supervisiona la politica per i Territori palestinesi – lunedì scorso ha dichiarato che i vaccini erano stati consegnati a Gaza attraverso il valico di frontiera di Kerem Shalom (Karem Abu Salaam) con Israele. L’agenzia ha aggiunto mercoledì che la campagna di vaccinazione sarebbe stata condotta in coordinamento con le forze armate israeliane “come parte delle pause umanitarie di routine che permetteranno alla popolazione di raggiungere i centri medici dove saranno somministrate le vaccinazioni” (NYTimes).
“Come si concilia con il fatto che Israele considera i bambini palestinesi come Amalek? Stanno pianificando di salvarli dalla poliomielite in modo da poterli fucilare nelle strade di Gaza in futuro?”, si è chiesto Mike Whitney il 26 agosto 2024 su The Unz Review.
E perché Netanyahu avrebbe accettato “una pausa umanitaria di una settimana a Gaza” quando ha sfacciatamente respinto il cessate il fuoco sostenuto da Biden, il cessate il fuoco sostenuto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e l’incessante appello al cessate il fuoco da parte della stragrande maggioranza dei paesi in tutto il mondo? Come ha fatto l’OMS a convincerlo a cambiare idea quando tutti gli altri hanno fallito?
Se è questo quello che i media vogliono indurre dobbiamo essere consapevoli che l’ultima cosa che il governo d’estrema destra guidato da Netanyahu è vedere palestinesi sani e in salute (The Unz Review).
Ciò che è certo è che Netanyahu non accetterebbe mai una pausa umanitaria se non aiutasse a far progredire la sua agenda politica, che è l’espulsione totale della popolazione nativa palestinese, nonché la de-arabizzazione della Palestina. Questa è l’unica ragione per cui il premier israeliano cambierebbe la sua politica (The Unz Review).
Oggi sui media mainstream internazionali assistiamo ad una operazione di propaganda in cui Israele – da Stato occupante militare belligerante – attua la pietà e lo sguardo compassionevole verso il popolo palestinese. La pietà è una retorica colonialista che pone l’altro come mendicante bisognoso, appunto, di pietà e non come potenziale avversario in quanto titolare di diritti.
Nel caso specifico, che si creda o meno all’apparato che sta dietro questa campagna vaccinale, resta il fatto che le sue ragioni sono altre: la paura è che vengano contaminati gli occupanti israeliani e l’esercito (nonostante non vi sia un’epidemia in atto); e si dà la possibilità ai media di mistificare la realtà facendo passare l’occupante militare per umano mosso a compassione. Tutto questo mentre Netanyahu, nella sua arroganza da eterno impunito, continua a sparare sulle auto dell’ONU e a colpire bambini e ragazzi palestinesi, medici, giornalisti, volontari delle ONG e cooperanti umanitari. Un’ipocrisia coloniale disarmante perché, restando moralmente pulito (ovviamente nella manipolazione mediatica), sta facendo vaccinare i poveri bambini sui quali poi scaricherà altre tonnellate di bombe.
Violazioni dei diritti umani legati alla somministrazione di vaccinazioni anti-polio.
Volendo spingerci oltre nell’analisi, constatando l’ipocrisia con cui Israele sta portando avanti la campagna vaccinale anti-polio, come ha fatto notare Mike Whitney su The Unz Review, non sempre le vaccinazioni sono stati un mezzo di “speranza di vita”, ma in alcuni casi anche episodi di guerra e di violazioni dei diritti umani. I vaccini sono stati usati dall’Occidente razzista e colonialista in Africa, Nicaragua, Messico, India, Filippine come farmaci anti-fertilità, colpendo persone che non si rendevano conto di essere state usate come cavie da laboratorio per sperimenti umani. Nel 2010, la Gates Foundation ha finanziato uno studio di fase 3 del vaccino anti-malarico sperimentale di Glaxo Smith Kline contro la malaria, portando alla morte di 151 bambini africani e causando gravi effetti avversi, tra cui paralisi e convulsioni febbrili a 1.048 dei 5.949 bambini.
Nel 2012, durante la campagna MenAfriVac promossa da Bill Gates nell’Africa subsahariana, i funzionari di Gates – con il coinvolgimento di OMS, GAVI, PATH, UNICEF – hanno vaccinato con la forza migliaia di bambini africani contro la meningite. Circa 50 dei 500 bambini vaccinati hanno sviluppato paralisi senza che questi incidenti venissero commentati da queste organizzazioni o dai media internazionali. Il caso è finito sui più importanti giornali sudafricani che lamentavano: “Siamo cavie per i produttori di farmaci” (inchiesta di Sharmeen Ahmed). L’ex economista senior di Nelson Mandela, il professor Patrick Bond, descrisse le pratiche filantropiche di Gates come “Spietate e immorali”.
Quattro anni dopo, nel 2014, la Kenya Catholic Doctors’ Association ha accusato l’OMS e l’UNICEF di aver sterilizzato chimicamente milioni di ragazze e donne kenyote a loro insaputa sotto la copertura di un programma di vaccinazione anti-tetanica sponsorizzato dal governo. Laboratori indipendenti hanno trovato una formula sterilizzante in ogni vaccino testato. Tutti e sei i campioni sono risultati positivi all’antigene HCG. L’antigene HCG è utilizzato nei vaccini anti-fertilità, ma è stato trovato presente nei vaccini antitetanici destinati a ragazze e donne in età fertile. Il dott. Ngare, portavoce della Kenya Catholic Doctors Association, aveva dichiarato in un bollettino pubblicato il 4 novembre 2014:
“Ciò ha dimostrato che i nostri peggiori timori erano fondati; che questa campagna dell’OMS non riguarda l’eradicazione del tetano neonatale, ma un esercizio di sterilizzazione di massa ben coordinato e forzato per il controllo della popolazione, utilizzando un vaccino di comprovata efficacia nella regolazione della fertilità. Questa prova è stata presentata al Ministero della Salute prima del terzo ciclo di immunizzazione, ma è stata ignorata” (Global Research).
Accuse simili arrivarono anche dalla Tanzania, dal Nicaragua, dal Messico e dalle Filippine. L’Africa, insieme ai Paesi che vengono definiti “in via di sviluppo”, è da tempo bacino di dubbie sperimentazioni cliniche “coloniali” di farmaci, inclusi i vaccini, da parte di Big Pharma occidentali. Molti di noi ricorderanno il film “The Constant Gardener – La Cospirazione”, tratto dall’omonimo libro bestseller, che racconta il famoso Contenzioso di Kano, in Nigeria, quando nel 1992 la Pfizer avviò la sperimentazione dell’antibiotico Trovan sui bambini, descrivendo il contesto in cui si possono svolgere le sperimentazioni cliniche negli slum africani.
Ciò che è più inquietante riguarda proprio il vaccino anti-polio. Nel 2021, in India, si diffonde una protesta via social, e non solo, contro il miliardario statunitense. Su Twitter si diffonde l’hashtag #ArrestBillGates, con foto e video postati che riprendono iniziative di protesta pubbliche, dove si scandiscono slogan contro il magnate e si dà fuoco alle sue immagini. La ragione è un articolo pubblicato il 25 maggio 2021 sul quotidiano indipendente indiano Great Game India, che riporta alla luce approfonditamente una storia del 2009, quella dell’Ong statunitense PATH (Program for Appropriate Technology in Health) che ha somministrato vaccini antipolio per studi clinici non autorizzati, usando i bambini come cavie e quindi violando qualsiasi norma di codice etico: senza fornire informazioni sui rischi connessi, senza il consenso informato dei genitori e senza nemmeno dichiarare che stava conducendo una sperimentazione clinica. PATH, con sede a Seattle, è stata fortemente finanziata dalla Bill and Melinda Gates Foundation, ricevendo dal 1995 più di $ 2,5 miliardi, senza contare le sovvenzioni significative da parte del governo degli Stati Uniti. Non è un caso che Gates, promettendo di sradicare la polio con $ 1,2 miliardi, ha preso il controllo del National Advisory Board (NAB) dell’India ed ha imposto 50 vaccini contro la polio (da 5) a ogni bambino prima dei 5 anni.
Uno studio molto approfondito, condotto da medici indiani, ha incolpato la Fondazione Gates per una devastante epidemia di paralisi flaccida acuta non-polio (NPAFP) che ha paralizzato 490.000 bambini, oltre i tassi previsti, tra il 2000 e il 2017. Nel 2017, il governo indiano ha richiamato la Fondazione Gates, chiedendo a Gates e alle sue strategie vaccinali di lasciare l’India. I tassi di NPAFP, secondo i dati ministeriali, sono scesi precipitosamente.
Secondo quanto affermato da un articolo del 2020 di Global Research intitolato “L’ONU costretta ad ammettere che il vaccino finanziato da Gates sta causando un’epidemia di poliomielite in Africa”, le Nazioni Unite sono state costrette ad ammettere che un’importante iniziativa internazionale per la vaccinazione aveva in realtà causato un’epidemia mortale della stessa malattia che avrebbe dovuto debellare. Organizzazioni internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si sono sempre vantate di “sradicare la poliomielite” con i vaccini, ma al contrario, i vaccini hanno causato morte di decine di giovani che vivono in Africa.
Funzionari sanitari hanno ammesso che i piani per fermare la poliomielite “selvaggia” si sono negli anni ritorti contro, poiché decine di bambini sono stati paralizzati da un ceppo mortale del patogeno derivato da un vaccino vivo, causando la diffusione di un’ondata virulenta di poliomielite. Questa ultima pandemia indotta dai farmaci è iniziata nei paesi africani del Chad e del Sudan, con il virus della poliomielite di tipo 2 derivato dal vaccino. Per quanto possa sembrare scioccante, questo disastro della Big Pharma non è una novità. Dopo aver speso circa 16 miliardi di dollari in 30 anni per sradicare la poliomielite, gli enti sanitari internazionali hanno “accidentalmente” reintrodotto la malattia in Pakistan, Afghanistan e anche in Iran, poiché la regione dell’Asia centrale è stata colpita da un ceppo virulento di poliomielite di ceppo vaccinale (The Unz Review).
L’OMS ha rifiutato di ritirare il vaccino letale, che somministra ogni anno su decine di milioni di bambini africani, ma solo nel 2017 ha ammesso con riluttanza che l’esplosione globale della poliomielite è principalmente di ceppo vaccinale. Le epidemie più spaventose in Congo, Afghanistan e Filippine, sono tutte legate ai vaccini. Nel 2018, secondo l’Economist, il 70% dei casi globali di poliomielite erano derivati da ceppi vaccinali. Nel 2019, il governo dell’Etiopia ha ordinato la distruzione di 57.000 fiale di vaccino orale antipolio di tipo 2 (mOPV2) a seguito di un’epidemia simile di poliovirus di tipo 2 derivato dal vaccino. Nel 2020, l’OMS aveva avvertito che il rischio – di un’ulteriore diffusione della poliomielite derivata dal ceppo vaccinale nell’Africa centrale e nel Corno d’Africa – era “elevato”, sottolineando i movimenti di popolazione su larga scala nella regione. A settembre 2020 più di una dozzina di Paesi africani stavano lottando contro epidemie di poliomielite tra cui Angola, Congo, Nigeria e Zambia.
Se oggi l’OMS si congratula con la “tregua” di Netanyahu per vaccinare centinaia di migliaia di bambini palestinesi a Gaza, possiamo essere ragionevolmente dubbiosi su questo operato?
Fonti dell’articolo:
https://english.palinfo.com/news/2024/08/30/324524
https://www.nytimes.com/2024/08/26/world/middleeast/gaza-polio-vaccine.html
https://www.assis.it/bill-gates-tra-vaccinazioni-e-violazione-dei-diritti-umani-nel-sud-del-mondo