La vescova luterana di Oslo invita al boicottaggio di Israele

A cura di L.P. Altra presa di posizione in sostegno alla Palestina ha scatenato grandi polemiche. L’appello via Facebook di Kari Veiteberg, teologa e vescova luterana di Oslo, al boicottaggio di Israele contro l’occupazione della Palestina ha scatenato le solite accuse strumentali di antisemitismo. Come riporta nel post:

“Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra”. (Isa 2, 4)

Per quelli di noi che ritengono che la resistenza non violenta sia il migliore: i leader della chiesa palestinese sono chiari: le parole devono essere seguite dall’azione!

Abbiamo sia la morale che il dovere, ai sensi del diritto internazionale, di non sostenere finanziariamente l’occupazione della Palestina.

Esortiamo le chiese in Norvegia a revocare il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni come soluzioni per una pace duratura e giusta.

Veiteberg ha condiviso il testo con un’immagine con scritto «L’occupazione offre solo un’opportunità. Boicottaggio!» – invitando alla resistenza non-violenta.

L’immagine è stata originariamente pubblicata dalla YWCA-YMCA (Young Men’s Christian Organization and Young Women’s Christian Organization), che sostiene apertamente il boicottaggio di Israele a causa del suo regime di apartheid[1].

La posizione di Veiteberg non è piaciuta a molti, soprattutto alla destra nazional-conservatrice del Partito del Progresso, terza forza nel Paese:

“Non credo che il vescovo di Oslo Kari Veiteberg appartenga alla Chiesa di Norvegia. Credere che dovremmo boicottare lo stato di Israele, è ovviamente antisemita. La sinistra ha chiesto il boicottaggio di quelli che credono siano territori occupati, ma Veiteberg crede che l’intero stato sia illegittimo” – ha affermato al quotidiano Dagbladet[2] Christian Tybring-Gjedde, parlamentare norvegese tra i massimi esponenti del Partito del Progresso, sostenendo che le opinioni di Kari Veiteberg sono incompatibili con la sua posizione di vescovo.

“Penso che dovrebbe essere un’attivista politica di sinistra piuttosto che un vescovo. Io stesso non vado più in Chiesa. Ricevi solo ammonimenti su quanta pietà ci sia per le altre persone e che dovremmo vergognarci. (…) È una grande provocazione quello che sta facendo, che è lontano dal punto di vista dei membri della Chiesa. La proposta di Kari Veiteberg mi spaventa, non ha niente a che fare nella Chiesa di Norvegia. È un colpo di stato all’interno della chiesa di Oslo e ci sono molte arene in cui può essere un’attivista di sinistra. La chiesa dovrebbe essere un posto dove non dovresti avere una cattiva coscienza”.

Non solo! La vescova ha anche ricevuto l’invito a dimettersi dalla posizione all’interno della Chiesa e a dedicarsi all’attivismo politico.

Ma la domanda è: chi è Christian Tybring-Gjedde per poter dire che cosa una vescova deve o non deve dire? Che autorità ha per dire che una vescova dovrebbe rinunciare al suo ruolo per ciò che pensa? A quale definizione di antisemitismo si riferisce? Conosce la differenza tra antisemitismo e antisionismo? Conosce la differenza tra discriminare in base alla religione e condannare un regime d’apartheid? È forse un modo per fare la “voce grossa” in solidarietà alla destra israeliana del Likud?

Inoltre negli ultimi vent’anni nelle Chiese protestanti vi è stato un movimento di forte rinnovamento al suo interno, vedendo le chiese (a differenza di quella Cattolica) prendere importanti posizioni in ambito politico, economico, sociale e in materia di diritti civili, sociali e salvaguardia dell’ambiente. Non si tratta di parole, ma di fatti! Forse è stato il pensiero della Teologia della Liberazione che già dagli anni 80 aveva trasmesso al mondo cristiano la necessità di pensare ad un attivismo politico di base che pensasse, come affermò Gustavo Gutierrez, alla “liberazione politica e sociale”, cioè l’eliminazione delle cause immediate di povertà e ingiustizia. Seppur nata in ambito cattolico, le più attente a questa corrente sono state le Chiese protestanti che hanno ripreso queste riflessioni e le hanno fatte proprie.

Le Chiese luterane nord-europee fanno politica e si espongono alla luce del sole. Negli anni hanno aderito a battaglie femministe ed hanno portato avanti battaglie per i diritti delle persone LGBT. Perché allora dovrebbe dare fastidio il fatto che si esprimano per il boicottaggio di Israele? Perché, in vista di questa presa di posizione, si protesta contro il loro attivismo politico? Forse perché sono scomode?

Non dimentichiamoci che nel 2015, l’attuale ministra del Petrolio e dell’Energia Tina Bru, del Conservative Party, si era dimessa dalla Chiesa di Norvegia per protesta dopo che i vescovi Tor B. Jørgensen e Olav Øygard avevano sostenuto apertamente il loro ambientalismo, affermando che la Norvegia doveva fermare la produzione di petrolio.

Rivolgendosi alle critiche di Tybring-Gjedde, Preses Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, ha sottolineato che in collaborazione con altre chiese in tutto il mondo da molti anni la Chiesa di Norvegia lavora per la giustizia e la pace in Israele e Palestina.

“La Chiesa di Norvegia, insieme a queste chiese, ha chiesto il boicottaggio delle merci dai territori occupati, che secondo il diritto internazionale sono state prodotte e vendute illegalmente. Il vescovo di Oslo, la Conferenza episcopale ed i vescovi sono impegnati sulla base della missione della chiesa in importanti questioni sociali per la pace e la giustizia nel mondo”, ha sottolineato Fykse Tveit.

L’YMCA-YWCA riconosce sul proprio sito web di riconoscere Israele come uno stato legittimo in conformità con il diritto internazionale. Secondo l’organizzazione, la posizione sull’avere un ampio boicottaggio economico di beni e servizi che contribuiscono all’occupazione della Palestina è pienamente compatibile con questo riconoscimento.

[1] https://kfuk-kfum-global.no/metode/free-palestine/hva-skal-man-boikotte

[2] https://www.dagbladet.no/nyheter/horer-ikke-hjemme-i-kirken/73781644

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lappello_del_vescovo_di_oslo_per_il_boicottaggio_di_israele/82_41498/