An-Nasira (Nazareth) – InfoPal. Sulle relazioni politico-economiche e su questioni di reciproco interesse di Israele ed Egitto in materia di sicurezza ha scritto l’analista politico israeliano Alex Fishman.
Sulla prima pagina del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth si legge il pessimismo di Fishman riguardo alla vittoria di Mohammed Mursi, presidente di fresca momina della Repubblica egiziana.
“Ciò che preoccupa maggiormente Israele è la precarietà della detenzione del potere in materia di sicurezza da parte del Consiglio supremo delle forze armate, con il Feldmaresciallo Tantawi, e dell’Intelligence egiziana. Non credo che l’esercito continuerà ad essere responsabile della sicurezza ancora a lungo: gli islamisti metteranno le mani su questo settore, lo faranno per legittimità costituzionale, ma anche perché lo vorrà il popolo egiziano.
“La preoccupazione dell’ascesa al potere dei Fratelli Musulmani in Egitto investe i servizi segreti in Occidente, ma soprattutto il Mossad, riguardo al quale l’Intelligence egiziana è in possesso di informazioni che non sono nulla rispetto a quanto trapelato da WikiLeaks.
“La nuova presidenza egiziana non sarà molto loquace con i palestinesi, nemmeno con Hamas, per quanto riguarda aspetti di sicurezza. In Egitto ci sarà molto lavoro da fare, anzitutto risolvere questioni interne di carattere socio-economiche, e saranno inevitabili scontri sociali che si estenderanno fino ai confini con Israele”.
Tra le previsioni di Fishman, l’Egitto comunque non diventerà un nemico di Israele e, almeno nei prossimi due anni, non annullerà l’accordo di Camp David.
“La pace siglata con Israele fu una scelta dettata dagli aiuti occidentali all’Egitto”, dice Fishman che consiglia a Israele di ripensare a un nuovo metodo di comunicazione con il nuovo Egitto, sfruttando sempre l’apparato militare e d’Intelligence.
E se Fishman definisce il futuro delle relazioni tra i due Paesi “annebbiato”, su Ynet, quotidiano che si caratterizza per aver riportato puntuale il dibattito interno ad Israele riguardo all’elezione di Mursi, Ma’ariv, invece, usa il termine “oscuro” e scrive di “nuovo Medio Oriente dove la rivoluzione egiziana si realizza in un progetto ostile al sionismo”.
Più moderato nei termini il quotidiano Haaretz, che riprende i contenuti del discorso di Mursi riguardo l’impegno a preservare i trattati internazionali – con amici e nemici – precedentemente siglati, leggendolo come un messaggio di pacificazione e rassicurazione.
Su Haaretz, il commentatore politico Zvi Bar’el definisce piazza Tahrir così: “Un parlamento a cielo aperto che oggi più che mai è capace di dettare legge”.