L’abbattimento delle abitazioni da parte degli israeliani cresce nel 2010

Gerusalemme – Afp. Secondo i dati mostrati mercoledì da un gruppo israeliano per i diritti umani, l'abbattimento da parte degli israeliani delle dimore palestinesi nel territorio occupato cisgiordano è triplicato nel 2010, con un incremento nella Valle del Giordano.

I dati annuali pubblicati dalla B'Tselem hanno mostrato che, nel 2010, Israele ha demolito in Cisgiordania 86 abitazioni, rispetto alle 28 dell'anno precedente.

I numeri dimostrano che le demolizioni dell'anno passato hanno lasciato senza dimora 472 persone, di cui la metà bambini.

Il gruppo afferma che nella zona di Tubas, situata nel settore settentrionale della Valle del Giordano, le demolizioni sono più che raddoppiate, passando da 24 nel 2009 a 51 e lasciando senza tetto 219 persone, tra cui 94 bambini.

 I dati mostrano che anche nel distretto di Nablus, che occupa la parte centrale della Valle del Giordano, gli abbattimenti sono cresciuti notevolmente, passando dalle zero demolizioni alle 19 dell'anno passato. 134 persone hanno perso la casa, tra cui 51 bambini.

La portavoce di B'Tselem, Sarit Michaeli, ha affermato che il gruppo ha notato un aumento dell'attività di demolizione mirata a distruggere le strutture costruite illegalmente e possedute dai Beduini.

“Al momento, la tendenza è quella di demolire le sistemazioni provvisorie costruite di solito dai Beduini” afferma, descrivendole come strutture non permanenti che si trovano perlopiù negli accampamenti e insistendo sul fatto che vengono utilizzate come abitazioni.

“Il risultato finale è lo stesso – – la gente viene spostata,” risponde a AFP, affermando di non comprendere il perché le autorità stessero concentrando la loro attenzione su queste due aree ben definite.

“La politica attuale sembra essere mirata a far uscire le comunità nomadi da queste zone e a spingerle verso i centri popolati,” sostiene.

Il portavoce dell'Amministrazione civile israeliana, la branca dell'esercito responsabile di tutte le  questioni relative all'edilizia in gran parte della Cisgiordania, conosciuta come Area C, ha affermato di non essere a conoscenza di nessun aumento dell'attività demolitoria in quella zona.

“Se c'è stato un aumento, esso può essere dovuto al fatto che ora abbiamo più ispettori che monitorano le conformità con le norme edilizie”, riferisce Gut Inbar a AFP, sostenendo che il numero degli ispettori è cresciuto alla fine del 2009, quando Israele bloccò per 10 mesi la costruzione di insediamenti ebraici.

Tuttavia si è rifiutato di fornire alcun dato annuale sulle demolizioni delle abitazioni nell'area.

I dati dell'OCHA, l'agenzia umanitaria delle nazioni Unite, risultano simili a quelli della B'Tselem, con un aumento del numero delle demolizioni nell'Area C della Cisgiordania dalle 56 del 2009 alle 113 dell'anno passato, e con 478 persone rimaste senza casa.

L'Area C copre circa il 60% della Cisgiordania occupata e si trova sotto totale controllo israeliano. I permessi edilizi devono essere richiesti all'Amministrazione civile.

I dati che giungono da un'altra ong israeliana, la Bimkom, mostrano che circa il 95% delle richieste palestinesi per il permesso edilizio vengono rifiutate e vengono concessi solamente 12 permessi all'anno dall'Amministrazione civile.

 

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