L’accesso dei militanti alle armi chimiche costituisce una minaccia alla sicurezza della regione: Rouhani

L’accesso dei militanti alle armi chimiche costituisce una minaccia alla sicurezza della regione: Rouhani

Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha chiesto una tregua ai militanti di Takfiri presenti in Siria, esprimendo forte preoccupazione riguardo al possesso di armi chimiche da parte dei terroristi.

“Noi… crediamo che armare gli estremisti e i gruppi di Takfiri, e in particolare lasciare che questi gruppi abbiano accesso alle armi chimiche, costituisca un’enorme minaccia per la pace e la sicurezza della regione”, ha detto Rouhani nel suo discorso, durante il summit dell’Organizzazione di Shangai per la cooperazione, tenutosi venerdì scorso nella capitale kirghica, Biskek.

Ha dichiarato che qualsiasi piano d’azione volto a mettere fine alla crisi del paese arabo non può sorvolare sulla necessità di interrompere il flusso di armi destinate ai militanti siriani.

Il capo di Stato iraniano ha inoltre sottolineato la necessità di una soluzione politica che non preveda l’intervento straniero per interrompere “il disastro umanitario” presente in Siria.

“E tutti gli sforzi per ottenere una soluzione politica devono condannare e respingere qualsiasi minaccia e ricorso alla violenza”, ha aggiunto.

Rouhani ha anche espresso la sua contrarietà alla produzione, al possesso e all’uso di armi di distruzione di massa, appoggiando di contro la proposta che la Russia ha rivolto alla Siria di porre le armi chimiche sotto il controllo internazionale, considerando ciò un valido punto di partenza per raggiungere l’obiettivo finale di eliminare le armi di distruzione di massa dall’intera regione.

Dopo oltre due anni di militanza filo-straniera, nel mese di agosto la crisi siriana ha conosciuto una nuova fase dopo che l’opposizione siriana ha accusato il governo del presidente Bashar al-Assad di aver lanciato un attacco chimico contro le roccaforti dei militanti nei sobborghi di Damasco, provocando l’escalation di minacce di intervento degli Stati Uniti nei confronti della Siria.

Lunedì, il ministro degli Esteri siriano Walid al-Muallem ha dichiarato che il suo Paese intende accettare la proposta della Russia di porre le armi chimiche presenti sul territorio sotto il controllo internazionale.

A seguito di tale svolta, Obama ha affermato che i bombardamenti degli Stati Uniti previsti sul territorio siriano potrebbero essere annullati se la Siria rispetterà la sua parola.

Il presidente degli Stati Uniti che, dopo aver ricevuto scarso sostegno per il suo piano d’intervento, ha cercato l’autorizzazione del Congresso (già scettico), ha chiesto il rinvio del voto congressuale sull’intervento militare in Siria.

Traduzione a cura di Ilaria Gambino