
Città del Capo – Quds News. L’ambasciatore sudafricano negli USA, espulso e dichiarato persona non grata dall’amministrazione Trump, ha ricevuto un’accoglienza da eroe al suo ritorno a Città del Capo, domenica, con centinaia di sostenitori che sventolavano bandiere palestinesi e cantavano “Liberate la Palestina”.
La folla all’aeroporto internazionale di Città del Capo ha circondato Ebrahim Rasool e sua moglie mentre uscivano dal terminal degli arrivi nella loro città natale.
“Una dichiarazione di persona non grata ha lo scopo di umiliarvi”, ha detto Rasool ai sostenitori mentre si rivolgeva a loro con un megafono. “Ma quando incontrate folle come questa, e con calore […] come questa, allora vestirò la mia persona non grata come un distintivo di dignità”.
“Non è stata una nostra scelta tornare a casa, ma vi torniamo senza rimpianti”.
Rasool ha anche detto che è importante per il Sudafrica sistemare i suoi rapporti con gli Stati Uniti dopo che il presidente Donald Trump aveva punito il Paese e lo aveva accusato di aver assunto una posizione anti-statunitense anche prima della decisione di espellere Rasool.
Rasool era stato precedentemente dichiarato persona non grata. Il suo ritorno avviene mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha tagliato tutti i finanziamenti al Sudafrica, una mossa ampiamente vista come una ritorsione per il caso di Pretoria alla Corte internazionale di giustizia (ICJ), dove ha accusato Israele di genocidio a Gaza.
Questi sono stati i primi commenti pubblici dell’ex-ambasciatore da quando è stato dichiarato persona non grata, gli sono state rimosse le immunità e i privilegi diplomatici e gli è stato dato tempo fino a venerdì per lasciare gli Stati Uniti. È altamente insolito che gli Stati Uniti espellano un ambasciatore straniero.
Rasool è stato dichiarato persona non grata dal Segretario di Stato degli USA Marco Rubio in un post su X il 14 marzo. Rubio ha detto che Rasool era un “politico istigatore di razzismo” che odia gli Stati Uniti e Trump.
Il post di Rubio è collegato a un articolo del sito di notizie conservatore Breitbart che ha riportato un discorso che Rasool ha tenuto in un webinar organizzato da un think tank sudafricano. Nel suo discorso, Rasool ha parlato in linguaggio accademico delle misure repressive dell’amministrazione Trump sui programmi di diversità ed equità e sull’immigrazione e ha menzionato la possibilità di una nazione statunitense in cui i bianchi presto non sarebbero più la maggioranza.
“L’assalto suprematista al potere, lo vediamo nella politica interna degli Stati Uniti, nel movimento MAGA, Make America Great Again, come una risposta non semplicemente a un istinto suprematista, ma a dati molto chiari che mostrano grandi cambiamenti demografici negli Stati Uniti in cui si prevede che l’elettorato votante negli Stati Uniti diventerà bianco al 48%”, ha detto Rasool nel discorso.
Al suo ritorno a casa, domenica, ha affermato di sostenere quei commenti e li ha descritti come un semplice avvertimento agli intellettuali e ai leader politici in Sudafrica che gli Stati Uniti e la loro politica erano cambiati.
“Non sono gli Stati Uniti di Obama, non sono gli Stati Uniti di Clinton, sono degli Stati Uniti diversi e quindi il nostro linguaggio deve cambiare”, ha detto Rasool. “Manterrei la mia analisi perché stavamo analizzando un fenomeno politico, non una personalità, non una nazione e nemmeno un governo”.
Ha anche detto che il Sudafrica avrebbe resistito alle pressioni degli Stati Uniti, e di chiunque altro, per abbandonare il suo caso alla Corte internazionale di giustizia, dove accusa Israele di genocidio. L’amministrazione Trump ha citato quel caso contro l’alleato degli Stati Uniti, Israele, come una delle ragioni per cui sostiene che il Sudafrica è anti-statunitense.
Il Sudafrica ha presentato un caso alla Corte internazionale di giustizia nel dicembre 2023, accusando Israele di aver violato i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio nella sua guerra alla Striscia di Gaza. Da allora, più di 10 paesi si sono uniti al Sudafrica nel caso di genocidio.
Alcuni dei sostenitori che hanno accolto Rasool, che è musulmano, hanno sventolato bandiere palestinesi e hanno scandito slogan come “Palestina libera”.
“Mentre siamo qui, i bombardamenti [a Gaza] sono continuati e gli spari sono continuati, e se il Sudafrica non fosse nella [Corte Internazionale di Giustizia], Israele non sarebbe esposto e i palestinesi non avrebbero alcuna speranza”, ha detto Rasool.
“Non possiamo sacrificare i palestinesi […] ma non rinunceremo nemmeno al nostro rapporto con gli Stati Uniti. Dobbiamo lottare per questo, ma dobbiamo mantenere la nostra dignità”.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.