Il discrimine. Premessa: il “terrorismo” ha uno schema fisso ed immodificabile. Dopo il ‘laboratorio’ italiano degli anni Settanta-Ottanta, la macchina terroristica è stata resa perfetta per essere usata ovunque con modalità analoghe.
Si recapita il volantino delle “Brigate Rosse” e la strage è “rossa”. Arriva la telefonata dei “fascisti” e la strage è “nera”. Si sente urlare a squarciagola “Iddio è più grande” e l’attentato è sicuramente “islamico”.
Poi, una volta svolto il “servizio”, e quando in pratica l’amara verità (ripetuta fin dall’inizio dai soliti “complottisti”) non dà più noia a nessuno, si scopre che tutti questi ambienti “terroristici” sono infiltrati e addirittura eterodiretti, ma non importa… Quello che resta e deve restare nella memoria collettiva è la “matrice” terroristica, onde bollare per sempre una certa ideologia ed i suoi epigoni col marchio dell’infamia.
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