L’analista londinese: gli Al Khalifa, regime feudale e orribile

PressTvPubblichiamo qui di seguito un’intervista a Rodney Shakespeare, presidente del “Committee against Torture in Bahrain”, di Londra.

“La monarchia degli Al Khalifa in Bahrain serve solo i propri interessi, rappresentando una forma di feudalesimo che usurpa il popolo”, è quanto ha dichiarato a PressTv il prominente analista politico.
I manifestanti del Bahrain hanno di nuovo organizzato proteste contro il regime degli Al Khalifa in diverse città, venerdì scorso, dopo la preghiera della Eid al-Adha, chiedendo la caduta del governo di Manama.
Hanno chiesto anche la fine della violenta repressione delle pacifiche proteste.

La rivoluzione in Bahrain è iniziata a metà di febbraio del 2011. Il governo ha prontamente lanciato una brutale repressione contro le proteste e chiamato in aiuto le forze arabe saudite dai vicini stati del Golfo Persico.

Press TV: Molte persone chiedono quanto ci si metterà? Abbiamo visto le altre rivoluzioni nella regione. Che cosa fa sì che la rivolta in Bahrain ci metta così tanto a ottenere qualche obiettivo o a raggiungere una qualche soluzione all’attuale situazione?

Shakespeare: Il popolo del Bahrain è probabilmente il più democratico al mondo, con la possibile eccezione di quello iraniano, poiché la percentuale della popolazione che manifesta democraticamente in Bahrain è molto grande.

Tuttavia sono governati da una monarchia grottesca – il regime killer dei Khalifa che si occupa solo di se stesso e rappresenta una sorta di feudalesimo vizioso.

Questo regime non ha soldati del Bahrain. Conta sulle truppe saudite, e, ovviamente, sui mercenari pachistani.

Il regime non ha autorità politica, culturale o morale.

Infatti, poiché pratica la tortura, indulge nelle punizioni collettive che sono proibite dalle leggi internazionali, questo regime è ora un pariah internazionale.

Un po’ del suo lavoro sporco è ora svolto dai suoi stessi membri. Al principe della corona, Nasser, piace indossare maschere e andare nelle prigioni a divertirsi con i prigionieri impotenti.

Ma che i Khalifa sappiano che il loro tempo è limitato e che il grande movimento democratico nel Medio Oriente li spodesterà, se non lo faranno gli stessi americani e britannici che li tradiranno, a un certo punto, nel futuro, perché persino loro sanno che non è nel loro interesse sostenere questo regime autocratico e obbrobrioso.