Lanciata campagna internazionale “free Amin Abu Rashed”, l’attivista palestino-olandese falsamente accusato da Israele

Amsterdam. La campagna #FreeAmin chiede l’immediato rilascio dell’attivista palestinese nei Paesi Bassi e presidente della Campagna europea per togliere l’assedio a Gaza, Amin Abu Rashed, detenuto da quasi due mesi su istigazione diretta della lobby sionista nel Paese sulle autorità olandesi.

Nel corso di una conferenza stampa promossa dalla campagna Free Amin ad Amsterdam, giovedì sera, alla presenza della moglie, Umm Ibrahim, del suo avvocato, Nike Bremen, e del portavoce della campagna, Oscar Bergman, Bremen ha affermato che Abu Rashed è stato arrestato con l’accusa di finanziamento di associazioni terroristiche – un presunto trasferimento circa 5,5 milioni di euro al movimento Hamas.

“Il fatto che la pubblica accusa faccia affidamento su resoconti esterni lascia senza una solida base le loro accuse contro Amin Abu Rashed”, ha aggiunto l’avvocato.

Bremen ha sottolineato che la procura olandese si è basata su rapporti parziali senza una chiara giustificazione legale, spiegando che un’altra udienza si terrà il 4 ottobre prossimo e che “fino ad allora, molti dettagli sul caso non potranno essere pubblicati, ma è ovvio che l’arresto è stato effettuato per volontà di Israele e in obbedienza alle sue richieste piuttosto che sulla base di prove concrete. Non esiste alcuna prova che invii denaro a Hamas”.

Ha sottolineato che “i Paesi Bassi sono uno dei pochi paesi in Europa a prevedere il carcere in attesa di indagine e, sebbene questa prosegua, non ci è noto quanto durerà la detenzione”, e ha aggiunto: “ciò che trovo strano in questo caso è che Abu Rashed che non sia stato convocato prima alla stazione di polizia e che, ad oggi, il fascicolo non sia stato completato presso la Procura”.

Da parte sua, Umm Ibrahim, la moglie di Abu Rashed, ha affermato che suo marito è detenuto da più di due mesi, senza alcuna giustificazione o prova legale, e che la sua famiglia risiede nei Paesi Bassi da trent’anni. “Ci siamo sempre impegnati a rispettare le leggi olandesi. Anche se mio marito necessita di cure mediche specialistiche, è detenuto contro la sua volontà in risposta alla richiesta di Israele. Ha chiesto le cure due settimane fa, ma le ha ricevute solo adesso”, ha sottolineato.

Ha ribadito che l’arresto è dovuto ad “accuse israeliane inventate, per fare pressione su di noi e su mio marito in particolare, a causa del lavoro umanitario che sta svolgendo”, dicendosi sorpresa che ciò sia avvenuto in un paese in cui si sentivano al sicuro, e “dove le leggi applicano il diritto umanitario”.

Umm Ibrahim ha espresso la propria insoddisfazione per la detenzione del marito in una zona a tre ore di distanza dalla casa della famiglia, confermando che avevano chiesto di trasferirlo in un’area vicina, ma la loro richiesta è stata respinta. Ha invitato le autorità e la magistratura olandesi a porre fine “allo stato di ingiustizia contro Amin Abu Rashid” chiedendone il rilascio immediato.

Il responsabile della campagna “Libertà per Amin Abu Rashid”, Oscar Bergamin, ha confermato che le accuse contro Abu Rashid sono false: “lui garantisce le necessità primarie dei bisognosi e fornisce loro quello che può, ed è sempre impegnato in iniziative umanitarie di aiuti in Palestina, Siria, Libano e Giordania”.

Ha sottolineato che da quando ha iniziato a lavorare per la Palestina, “si confronta con la lobby sionista, che sostiene che lui finanzi Hamas”, un’accusa che va avanti da 20 anni.

Ha aggiunto che dopo il ritorno di Abu Rashid dalla Conferenza dei Palestinesi in Europa” (un’organizzazione europea indipendente), tenutasi in Svezia due mesi fa, “lo hanno arrestato in risposta alle richieste di Israele”, sottolineando che la procura olandese “ha arrestato Amin sulla base di una storia falsa. Si tratta di accuse artificiali lanciate in modo disonesto. Nelle indagini in corso siamo fiduciosi che tutte le accuse verranno archiviate”.

Ha descritto le accuse lanciate in Olanda come “la lunga mano di Israele e della lobby sionista”, sottolineando che “questa è la prima volta che qualcuno viene arrestato per le attività umanitarie che sta portando avanti”.

Bergamin ha accusato Israele e la lobby sionista di incitare le autorità olandesi contro Abu Rashid: “Finché lavorerai per Gaza, per rompere l’assedio, e invocherai il diritto al ritorno in conformità con il diritto internazionale, diventerai un bersaglio per Israele e sarai considerato un terrorista”.

Ha sottolineato che la lobby sionista ha fatto molta strada nell’incitamento contro Abu Rashid, ed è riuscita a “influenzare il pubblico ministero olandese che, con l’arresto di Amin, ha presentato un regalo a Israele, mentre non ci sono prove delle accuse contro lui”.

Il capo della campagna ha sottolineato che “Israele non ha il diritto di dire chi dovrebbe essere arrestato nei Paesi Bassi”, sottolineando che la procura “commette molti errori che devono essere corretti, e noi, come cittadini liberi, dobbiamo manifestare per la libertà di Abu Rashid”.

Il capo della campagna “Libertà per Amin Abu Rashid” ha aggiunto che si aspettava che la lobby sionista li colpisse, e ha invitato attivisti e spiriti liberi ad attivare la discussione sul caso Abu Rashid attraverso i social media e ad “alzare forte la voce per la sua libertà”.

Abu Rashid è un palestinese con cittadinanza olandese ed è noto per le sue attività umanitarie per la causa palestinese.

Lo scorso giugno, le autorità di sicurezza olandesi lo hanno arrestato, accusandolo di inviare somme di denaro ad organizzazioni legate al movimento “Hamas”.

(Fonte: Quds Press).