L’ANP accusata di aver commesso 173 violazioni in Cisgiordania

Ramallah-Quds Press. Il Comitato delle Famiglie dei detenuti politici in Cisgiordania ha dichiarato  che, secondo i dati documentati, in ottobre le Autorità di sicurezza palestinesi hanno commesso 173 violazioni.
In una dichiarazione rilasciata mercoledì, il comitato ha accusato l’ANP di aver effettuato 62 arresti e 52 denunce contro cittadini palestinesi per ragioni politiche.
Il comitato ha sottolineato che, recentemente, si è notato un aumento delle violazioni politiche, che non si sono interrotte dopo la firma dell’accordo di riconciliazione tra Fatah e Hamas, lo scorso 12 ottobre.
Secondo il comitato, la responsabilità degli arresti politici è divisa tra l’apparato di “sicurezza preventiva”, che ne ha effettuati 23, l’apparato di “intelligenza generale”, che ne ha effettuati altri 27, e la polizia, che ha arrestato due cittadini.
Ci sono altri 10 casi di detenzione non certificata.
Durante l’ultimo mese, la città di Qalqiliya registrato 15 casi di arresti politici, seguiti da Hebron, con 13, e da Nablus, con 9. Seguono poi Jenin e Ramallah, in cui si sono verificati 7 casi, Tulkarem e Betlemme 3, a Salfit 2, e uno in Gerico, Tubas e Gerusalemme occupata.
Il rapporto ha confermato che le forze di sicurezza dell’ANP hanno arrestato due studenti universitari, cinque insegnanti, cinque attivisti, due imam, 29 prigionieri appena usciti dalle carceri israeliane, e 23 precedenti detenuti politici.
Da parte sua, il movimento Hamas ha richiesto la liberazione di tutti i prigionieri politici dalle prigioni dell’ANP.
Il richiamo di Hamas è stato divulgato separatamente da tre parti: il deputato del movimento nel Consiglio legislativo, Fathi Qarawi, il leader Abdul Rahman Khatir, e il “Corpo Islamico” (il braccio di Hamas composto dagli studenti) presso l’Università di Bir Zeit.
Secondo quanto dichiarato da Hamas, la riconciliazione con il movimento Fatah non ha avuto alcun risultato in Cisgiordania, poiché gli arresti politici e le convocazioni nei confronti dei sostenitori del movimento sono ancora in corso.
In un contesto correlato, il “Corpo islamico” dell’Università di Bir Zeit ha accusato l’ANP di aver attaccato il movimento studentesco nella città di Ramallah e di aver confiscato le sue attrezzature speciali a causa di alcune attività ospitate dal gruppo all’interno dell’università.
L’ANP nega di ricorrere ad arresti politici in Cisgiordania o l’esistenza di casi di tortura contro i detenuti per motivi politici.
Il portavoce ufficiale dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese, il generale Adnan El Damiri, sostiene che “il lavoro dei servizi di sicurezza è soggetto a una pesante sorveglianza e che vengono imposte delle sanzioni a coloro che violano le leggi”.
Il Dipartimento palestinese della sicurezza ha dichiarato che è pienamente disposto ad investigare ogni violazione ed ogni atto contro la legge e ad adottare le misure necessarie per garantire i diritti del cittadino.
Traduzione di Heba El Roubeigy