L’Anp lancia un appello a 50 Paesi per ritirare gli investimenti nelle colonie israeliane

Betlemme – Ma’an. Un dirigente palestinese ha riferito giovedì scorso che l’Autorità palestinese ha sollecitato 50 Paesi a fare pressione sulle compagnie che operano negli insediamenti illegali per “ritirare i loro investimenti e congelare le loro attività”.

Mohammad Shtayyeh, un dirigente di spicco palestinese per il settore economico e portavoce dei negoziati di pace, giovedì ha dichiarato al Financial Times che l’Anp ha scritto delle lettere ai Paesi dell’Europa, dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia a proposito delle 504 aziende attive negli insediamenti.

Shtayyeh ha affermato che il governo di ciascun Paese dovrebbe imporre alle aziende di ritirarsi “immediatamente” dagli insediamenti in Israele perché violano la legge internazionale.
“Il dovere dei governi è quello di dire alle compagnie private, ‘forse non sapete che state investendo in qualcosa di illegale’”.

Secondo il report del Financial Times, Israele sostiene che la campagna di boicottaggio dell’Anp viola un accordo dei negoziati di pace che prevede di “evitare atti provocatori”.

I negoziati di pace tra israeliani e palestinesi sono stati rilanciati a luglio sotto gli auspici degli Stati Uniti dopo circa tre anni di stallo.

Il governo israeliano ha annunciato la costruzione di migliaia di unità abitative negli insediamenti illegali è cominciata già dall’inizio delle trattative di pace.
Più di 500 mila coloni israeliani vivono negli insediamenti tra la Cisgiordania e la parte orientale di Gerusalemme, violando la legge internazionale.

Traduzione di Sonia Li Veli