Cisgiordania – InfoPal. La cronaca sugli arresti relativa al fine settimana scorso in Cisgiordania rivela la politica della “porta girevole”.
Gli Apparati di sicurezza dell’Autorità palestinese (Anp) hanno arrestato un membro di Hamas a Nablus, mentre Israele ha arrestato un ex detenuto palestinese dell’Anp ad al-Khalil (Hebron).
A Nablus l’Anp ha arrestato Sa’ed Maher al-Khazzar, figlio di un noto leader di Hamas, a sua volta detenuto, in passato, sia da Anp sia da Israele.
Sempre a Nablus, uno studente del campo profughi di Balata, ‘Adnan Taher, è stato rilasciato dalla sicurezza dell’Anp per essere subito dopo convocato a colloquio.
Ancora a Hebron, lo studente universitario, fratello di due caduti, ‘Obedah Rasmi Dawfash, è stato arrestato da Israele. In passato era stato detenuto dall’Anp.
A tal proposito Khalil ‘Assaf, membro del Comitato per le libertà (organo formato nell’ambito della riconciliazione nazionale), aveva dato sabato alcune rassicurazioni per mezzo stampa, informando sull’intenzione dell’Anp di fermare questa politica, con particolare riguardo agli studenti universitari del blocco islamico.
La notizia è stata ben accolta dagli studenti di Birzeit impegnati da nove giorni in un sit-in di protesta.
Le parti hanno firmato una sorta d’intesa per porre fine ad arresti e convocazioni.
“Una vittoria per il movimento studentesco palestinese”, commentano gli studenti del blocco islamico di Birzeit, e invitano i colleghi nel resto degli atenei della Cisgiordania a seguire la loro forma di protesta.
“Non si tratta solo di ripristino del diritto allo studio, ma anche di rispetto della libertà d’espressione, perché le nostre sono attività vanno oltre l’istruzione, come le iniziative sindacali”.
Similmente a quanto aveva specificato ‘Assaf, anche dal Movimento di resistenza islamica, Hamas, viene rimarcata la necessità di porre fine agli arresti politici nello spirito dell’intesa nazionale, per mezzo del rispetto degli accordi raggiunti finora.
“I dati provenienti dalla Cisgiordania occupata per il mese di febbraio scorso non sono stati affatto positivi – sottolineano dal movimento di Hamas -. Non si parla solo di operazioni di arresto, ma anche di ritorsioni nella forma di maltrattamenti e tortura. A febbraio alcuni detenuti palestinesi nelle prigioni dell’Anp hanno indetto scioperi della fame mentre vorremmo ricevere dall’Anp spiegazioni in merito all’arresto di Shadi Zaiyed, ex detenuto liberato da Israele con l’accordo di scambio, nelle mani della Sicurezza preventiva (Pss) palestinese.
Le vittime della politica della ‘porta girevole’ sono in gran parte studenti ed ex detenuti.
Non possiamo tirare conclusioni diverse da quelle che chiamano in causa uno scambio di informazioni tra apparati di sicurezza dell’Anp e Israele”.