L’arcivescovo palestinese condanna il furto israeliano di un manufatto cristiano

Imemc. L’arcivescovo palestinese greco-ortodosso di Gerusalemme e della Terra Santa, Teodosio Atallah Hanna, martedì ha diffuso una dichiarazione di condanna del furto di un oggetto sacro cristiano, un fonte battesimale del V secolo proveniente dalla Chiesa della Natività, da parte dell’esercito israeliano.

L’arcivescovo ha dichiarato: “Il furto dello storico fonte battesimale è considerato un attacco diretto alla nostra storia, al nostro patrimonio e all’eredità della nostra vita in Terra Santa”.

Atallah Hanna, arcivescovo greco-ortodosso di Sebastia, ha affermato che il furto israeliano dell’antico fonte battesimale che risale all’epoca bizantina è considerato un atto criminale che rappresenta una violazione diretta dell’antico patrimonio cristiano in Terra Santa.

Il fonte battesimale è stato rubato a Tuqu’, nel governatorato di Betlemme. L’arcivescovo ha affermato che si tratta di un “reato terribile” il cui scopo è quello di cancellare i monumenti culturali, storici e patrimoniali dell’ininterrotta presenza cristiana palestinese in Terra Santa che dura da migliaia di anni.

“Questo è un attacco diretto alla nostra eredità cristiana associata alla Terra Santa – ha affermato Hanna -, e non è la prima volta che monumenti storici cristiani sono stati cancellati nel nostro Paese, specialmente nella città di Gerusalemme. Quando sono state costruite strade israeliane in più luoghi, sono state scoperte reliquie cristiane e mosaici legati all’antica e pura presenza cristiana in questa terra dove sono stati rinvenuti. Molti di questi oggetti e manufatti sacri che sono stati scoperti dagli scavi israeliani sono stati saccheggiati, rubati e collocati nei musei israeliani.

“In ogni angolo e in ogni villaggio e città del nostro santo Paese, ci sono reliquie cristiane che devono essere preservate come parte della nostra storia e dell’identità del nostro Paese. Nella città di Gerusalemme, ci sono continui tentativi israeliani di cancellare i monumenti cristiani e islamici per minare il carattere della nostra città e l’identità della nostra Gerusalemme.

“Questo saccheggio della nostra civiltà, storia ed eredità dovrebbe renderci più uniti di fronte a questi atti ostili di aggressione. La nostra lotta è la stessa e non dovremmo permettere a nessuno di suscitare discordia, frammentazione e divisione nella nostra patria, poiché dobbiamo essere, come siamo sempre stati, uniti di fronte alle politiche israeliane volte a minare la nostra cultura e a negare la nostra eredità.

“Chiediamo che questo fonte battesimale sia rimesso nel suo giusto posto e che sia collocato in una chiesa o un museo palestinese. Rifiutiamo categoricamente anche il furto israeliano di antichità, cristiane o islamiche, specialmente nella città di Gerusalemme.

“Negli anni passati, in vari luoghi di Gerusalemme, quando venivano condotti scavi per aprire gallerie o nuove strade, sono state scoperte reliquie di antiche chiese e monumenti cristiani risalenti al V secolo d.C.

“È nostro dovere come popolo palestinese rifiutare qualsiasi insulto alla nostra eredità, storia e luoghi santi ed essere uniti in un solo cuore, in modo da poter fermare il saccheggio israeliano dei nostri monumenti e dei monumenti religiosi. Lo scopo del governo israeliano è di emarginare la nostra presenza e di minare la nostra storia e le prove della continuità della nostra presenza in Terra Santa”.

Traduzione per InfoPal di Edy Meroli