
Palestine-studies.org. Di Asma Barakat. L’ingiustizia che sta accadendo ad Ali Abunimah è un inevitabile effetto a catena dei brutali tentativi di censurare e mettere a tacere chi dice la verità. (Da InvictaPalestina.org).
Il co-fondatore e direttore esecutivo di Electronic Intifada, Ali Abunimah, è stato arrestato dalle autorità svizzere sabato 25 gennaio. Attualmente è detenuto e ha avuto accesso a un consulente legale, riporta The New Arab.
Abunimah è arrivato all’aeroporto di Zurigo in Svizzera venerdì, un giorno prima del suo arresto. Il giornalista palestinese avrebbe dovuto presentare un evento organizzato dal Comitato per la Palestina di Zurigo su media, difesa dei diritti umani e Palestina. Al suo arrivo, Abunimah è stato sottoposto a un interrogatorio di un’ora da parte della polizia prima di poter entrare nel Paese.
In una dichiarazione, il gruppo Azione Svizzera per i Diritti Umani ha comunicato che Abunimah è stato prelevato “violentemente e con la forza” da agenti in borghese mentre camminava per le strade di Zurigo. Il gruppo per i diritti umani ha avviato una petizione in Rete chiedendo il rilascio di Abunimah, il ritiro del divieto di ingresso emesso nei suoi confronti, un’indagine sulla decisione che ha portato al suo arresto, il rigoroso rispetto delle norme sui diritti umani e delle scuse e un risarcimento per la sua detenzione. La petizione ha raccolto più di 11.000 firme al momento della stesura di questo articolo. Ha anche aggiunto che la Polizia Cantonale di Zurigo intende trattenere Abunimah in detenzione amministrativa fino a quando non deciderà di espellerlo dal Paese lunedì 27 gennaio.
L’arresto ingiustificato segue la reazione negativa di Mario Fehr, direttore del Dipartimento di Giustizia del Canton Zurigo, riporta Palestine Chronicle. Il giornalista investigativo John McEvoy ha rivelato sulla piattaforma di social media X che Fehr ha “parlato a raduni pro-Israele e ha chiesto che le dimostrazioni pro-palestinesi fossero vietate”. L’avvocato ed ex funzionario per i diritti umani delle Nazioni Unite Craig Mokhiber è intervenuto, condividendo che Fehr ha sferrato attacchi in passato ad Abunimah scrivendo campagne diffamatorie in Rete sul co-fondatore di EIectronic Intifada.
Fehr ha parlato con il quotidiano svizzero Nuova Gazzetta di Zurigo accusando falsamente Abunimah di essere un “islamista” e “antisemita” e proclamando che non è il benvenuto in Svizzera. L’arresto di Abunimah sembra essere un’estensione della palese discriminazione anti-palestinese e una ritorsione contro la voce incrollabile di Abunimah per la giustizia in Palestina.
Gli esperti per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno condannato l’arresto di Abunimah sollevando preoccupazioni sulla libertà di parola in Europa. Il Comitato Arabo Anti-Discriminazione ha chiesto il rilascio di Abunimah, affermando che “Parlare contro l’ingiustizia in Palestina non è, e non dovrebbe mai essere considerato, un crimine. La libertà di stampa e la libertà di parola sono diritti fondamentali universali che devono essere protetti, non puniti”.
Il suo arresto segue un’ondata di azioni simili intraprese contro i sostenitori pro-Palestina in Occidente. “L’anno scorso, diversi attivisti e giornalisti in Gran Bretagna sono stati arrestati, perquisiti o accusati usando i poteri della Legge ‘Antiterrorismo’. Tra questi c’è Asa Winstanley, un redattore associato di The Electronic Intifada, la cui casa è stata perquisita e i suoi computer e telefoni sequestrati”, riporta Electronic Intifada.
Il sostegno ad Ali Abunimah è esploso sui social media da quando la notizia del suo arresto è diventata pubblica. Il giornalista Jonathan Cook ha concisamente smentito la continua diffamazione di Ali Abunimah su X, scrivendo:
“Il capo del Dipartimento di Giustizia di Zurigo spaccia tre bugie in una breve frase sull’arresto di Ali Abunimah per fermare il suo giro di conferenze.
1 – Abunimah non è un “islamista”. È assolutamente laico.
2 – L’affermazione che sia un “odiatore di ebrei” è oltremodo assurda. Uno dei suoi più stretti e storici colleghi di EIectronic Intifada è ebreo, così come molti dei collaboratori del suo sito web.
3 – Non ha fatto “inviti alla violenza”, in Svizzera o altrove, se non insistendo sul diritto alla Resistenza sancito dal Diritto Internazionale contro l’Occupazione illegale di Israele e le sue guerre di aggressione regionali.
Nel frattempo, lo Stato che Abunimah critica, Israele, ha alti ministri del governo che sono autodichiarati fascisti religiosi. Per decenni, Israele ha tenuto i palestinesi sotto un Regime di Apartheid pieno di odio, e negli ultimi 15 mesi ha commesso un Genocidio, l’atto di violenza per eccellenza, contro i palestinesi. Le élite europee stanno capovolgendo il mondo”.
L’organizzazione di notizie indipendente Mondoweiss ha pubblicamente sostenuto Abunimah scrivendo: “Mondoweiss è al fianco di Ali Abunimah ed Electronic Intifada. Liberate Ali Abunimah ora. Si proteggano i giornalisti palestinesi”.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani ha condannato l’arresto illegale di Abunimah, chiedendone l’immediato rilascio, affermando: “Prendere di mira giornalisti e difensori dei diritti umani è indicativo di un significativo declino della dedizione dei governi europei alla difesa dei diritti umani e della libertà di espressione. Inoltre, questo arresto fa parte di una campagna più ampia che ha visto molestie e arresti simili in altre nazioni europee, dimostrando la crescente portata della repressione e delle limitazioni ai difensori dei diritti palestinesi. Le autorità svizzere devono rilasciare immediatamente e incondizionatamente Ali Abunimah e garantire il rispetto dei suoi diritti legali e umani”.
Inoltre, il presidente dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo, Ramy Abdu, ha personalmente fatto appello a nome di Abunimah: “L’arresto di Ali Abunimah a Zurigo rappresenta un’adozione scioccante dell’incitamento israeliano da parte delle autorità svizzere. Questa repressione senza precedenti della libertà di espressione segna un grave declino morale ed etico per la Svizzera. Esprimersi apertamente a favore della giustizia in Palestina non è un crimine”.
L’attacco al giornalismo palestinese ha raggiunto il massimo storico. Israele ha ucciso almeno 217 giornalisti e operatori dei media palestinesi durante il Genocidio durato 15 mesi a Gaza. L’ingiustizia che sta accadendo ad Ali Abunimah è un inevitabile effetto a catena di tali brutali tentativi di censurare e mettere a tacere chi dice la verità.
Asma Barakat è una scrittrice palestinese, storica orale e artista del ricamo. Ha scritto più di una dozzina di post di blog per Palestine Square, concentrandosi principalmente sul Genocidio a Gaza. Nel 2022, ha co-creato un archivio di storia orale intitolato “Radicati in Palestina”, dove ha raccolto interviste di storia orale di rifugiati palestinesi, migranti forzati e loro discendenti. Il suo ricamo in stile palestinese è stato presentato su Adi Magazine. È anche una ricercatrice presso l’Istituto di Studi Palestinesi.
Traduzione di Beniamino Rocchetto per Invictapalestina.org