L’assassinio di Lufti, gli eroi inventati dai media e il giornalismo indegno

Di Patrizia Cecconi. Lufti Ibrahim Labadi. Un giovane come tanti, con i suoi sogni, le sue ansie, i suoi difetti, le sue virtù e, purtroppo, con la sfortuna di essere nato vent’anni fa sotto il tallone della più infame, illegale e lunga occupazione. Un giovane come tanti, quindi uno che non fa audience. “Oggi è morta una mosca” avrebbe forse cantato Claudio Lolli se fosse stato ancora in vita. E infatti per i nostri media, eticamente straccioni, la sua vita contava quanto la sua morte: niente. Quindi non se ne ne parla. Così come non si parla della signora di 46 anni assassinata dallo stesso esercito perché “sospetta”, o dei tanti giovani e adulti assassinati quasi ogni giorno dal santo esercito israeliano e, a volte, anche da assassini in borghese come i cosiddetti coloni, cioè i fuorilegge che con la forza delle armi e la complicità in primis degli Usa e poi di tanti altri governi servili rubano, devastano, confiscano terre palestinesi. Non si parla neanche della devastazione vandalica di un luogo sacro come al-Aqsa da parte di quelle carogne in divisa che hanno sparato contro le antiche vetrate artististiche per distruggerle. Al-Aqsa non è una sinagoga ma una moschea quindi non fa notizia. Il padrone non vuole e allora silenzio, parliamo d’altro.

Per esempio seguitiamo a parlare, facendolo passare per eroe, di una marionetta psicopatica costruita a tavolino con tanto di serial TV utilizzato come campagna elettorale e come imbonitore per teledipendenti; serie televisiva ucraina che La7 – che senza tema di smentita possiamo definire in questo momento come la lingua più ossequiosa del padrone fino a scendergli sotto i piedi per leccargli le suole – sta riproponendo in Italia. Un serial che ha fuso nell’immaginario collettivo di parte del popolo ucraino l’attore col presidente. Tra le notizie che i mass media ritengono importanti abbiamo visto lo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina e ci siamo indignati – giustamente – nel vedere le soldatesse ucraine rasate a zero come forma di umiliazione, ma non ci hanno fatto vedere, e neanche detto, che i soldati prigionieri russi non sono stati restituiti rasati a zero, ma con le DITA MOZZATE e CASTRATI. Non si dica che è da nazisti, per carità! È “semplicemente” il risultato dei continui proclami di incitamento all’odio verso il russo in quanto tale che Zelensky manda ogni giorno e che i nostri media, fino a pochi mesi fa inneggianti a peace and love ora rimbalzano con soddisfazione definendoli proclami da eroe.

E spostandoci di nuovo in Palestina, mi chiedo quanto in basso sia caduta la dignità della maggior parte dei nostri personaggi mediatici se le rare volte in cui accennano a quella terra riescono senza vergogna a definire terrorismo l’azione disperata di qualche palestinese esasperato dalla violenza subita quotidianamente. Tacciono totalmente il contesto fingendo di ignorare gli arresti a decine, i ferimenti e gli omicidi di palestinesi di ogni età che vivono sotto l’occupazione di uno Stato canaglia ipocritamente considerato democratico sebbene colpevole di numerosissimi crimini di guerra e contro l’umanità.

Non provano vergogna i servi, no, si sostengono tra loro e appena qualcuno esce dal coro lo azzannano come lupi. Eccoli i mass media che tacendo, falsificando, omettendo qua e là dati di verità e ripetendo più o meno all’unisono la stessa narrazione secondo le veline ricevute, offendono non solo la verità, non solo le vittime, ma anche le intelligenze collettive di quella massa di cittadini che non ha gli strumenti per andare oltre “la voce del padrone”.

Lufti Ibrahim Labadi non è UN giovane assassinato da Israele, ma è l’ENNESIMO giovane assassinato da Israele, l’ultimo, almeno fino a poche ore fa, di una lunghissima fila di martiri che i media hanno l’ordine di ignorare e che, come visto con l’Ucraina, sarebbe bastato uno schiocco di dita per muovere verso di loro l’empatia in quanto occupati e la condanna verso l’occupante. Ma il padrone non vuole e i servi fedeli obbediscono e tacciono, e a conoscere lo strazio di quel popolo e la ferocia israeliana lo sappiamo solo noi che ancora cerchiamo le fonti al di là della propaganda e dei suoi ripetitori. Riposa in pace Lufti, se puoi.