L’aumento di attacchi dei coloni compromette la bellezza della “stagione delle olive”

Quds Press. I coloni stanno correndo contro il tempo per causare il maggior numero di danni possibile agli agricoltori palestinesi, rubando, tagliando e bruciando i loro raccolti e le loro proprietà fino alla distruzione dei prodotti agricoli, oltre ad aggredire fisicamente gli agricoltori.

La stagione delle olive di quest’anno ha visto un aumento significativo degli attacchi dei coloni e di crimini contro gli agricoltori in varie aree della Cisgiordania occupata. Questo è quanto è stato dichiarato da Ghassan Daghlas, il funzionario responsabile del fascicolo riguardante gli insediamenti nel governatorato di Nablus, che ha confermato che gli attacchi sono aumentati di 160 per cento rispetto allo scorso anno.

Un indicatore spaventoso.

Nella sua intervista con Quds Press, Douglas ha affermato che l’alto tasso di attacchi contro i contadini palestinesi “indica l’esistenza di una pianificazione ragionata, pertanto ciò che sta accadendo non è una casualità”.

“I crimini dei coloni contro i contadini sono molto gravi e rappresentano un indicatore terrificante rispetto agli atti vili che potrebbero essere inflitti ai palestinesi e alle loro proprietà nei prossimi giorni, proprio come ciò che successe nel 2015 alla famiglia Dawabsheh nella città di Duma, a sud di Nablus, dove i coloni diedero alle fiamme la loro abitazione uccidendo un bambino e i suoi genitori”.

Douglas ha rivelato che sono stati registrati più di 111 attacchi contro gli agricoltori e i loro raccolti nelle città della Cisgiordania settentrionale, “il che solleva grandi interrogativi sulle reali intenzioni dei coloni, sul loro modo di pensare e sulla loro mentalità criminale”.

Ha sottolineato che vari gruppi di coloni rubano deliberatamente attrezzature speciali per la raccolta delle olive e per la cura della terra, prendendo di mira i veicoli degli agricoltori distruggendoli e bruciandoli, oltre al fatto che ad aggrediscono fisicamente gli agricoltori, rubando i raccolti e abbattendo o bruciare gli alberi d’ulivo .

Assenza di un deterrente legale.

Molti agricoltori evitano di presentare reclami alle autorità israeliane per gli attacchi a cui sono sottoposti, poiché temono le pratiche e le sanzioni inflitte dalle forze di occupazione e dai servizi di sicurezza a chi prova a reagire in questo modo.

Douglas ha spiegato che molti di coloro che hanno presentato denuncia contro gli attacchi dei coloni sono stati arrestati dalle forze di occupazione, oppure le loro case sono state prese d’assalto o sono stati minacciati pesantemente, al punto da veder negati loro e ai loro parenti i permessi di lavoro e i documenti necessari per lavorare all’interno dei Territori palestinesi occupati.

Ha attribuito l’aumento degli attacchi dei coloni “all’assenza di qualsiasi deterrente legale contro tali gruppi di aggressori, nonché alla presenza di protezione e sostegno per loro da parte delle forze di occupazione, con l’assenza di qualsiasi intervento internazionale per sanzionare l’occupazione e i relativi coloni”.

Daghlas ha incitato gli agricoltori a prestare maggiore attenzione ai loro terreni agricoli e a riparare i danni subiti, collaborando con i consigli di villaggio e le istituzioni di supporto.

Gli agricoltori palestinesi hanno bisogno di sostegno.

Il funzionario responsabile del fascicolo relativo alla situazione degli insediamenti nel governatorato di Nablus ha proposto di organizzare campagne solidali guidate dagli studenti e dagli apparati universitari, “per fornire il necessario agli agricoltori facendo in modo che trovino sicurezza e stabilità, sia a livello materiale che morale, cosicché queste campagne diventino un nuovo tipo di resistenza per affrontare i coloni e i loro crimini”.

Douglas si aspettava un’ulteriore escalation di attacchi contro gli agricoltori palestinesi nel periodo successivo alla campagna di solidarietà. Infatti, in seguito a una vasta chiamata, alcuni gruppi ebraici purtroppo si sono fatti sentire, soprattutto le fazioni capeggiate dai movimento estremisti “Hilltop Youth” e “Kahane Chai”, quest’ultimo affiliato al partito sionista estremista Kach.

Ha inoltre detto: “Stiamo parlando di gruppi di centinaia di migliaia di persone, accecati dalla convinzione di essere i veri e unici proprietari di questa terra, e che noi palestinesi ne siamo gli occupanti, perciò praticano impunemente i crimini più efferati, avendo il sostegno dei religiosi e dell’establishment politico”.

Douglas ha sottolineato la necessità urgente che la comunità internazionale intervenga costringendo i coloni a evacuare gli insediamenti in Cisgiordania, “sarebbe la migliore, decisiva e più importante soluzione per porre fine alla serie di attacchi e crimini contro persone, alberi e terreni per mano dei coloni”.

La stagione della raccolta delle olive nella Cisgiordania occupata sta vivendo un’escalation di attacchi da parte dei coloni, protetti dalla polizia israeliana, contro i palestinesi, provocando dei danni che sono sia lievi sia molto gravi, oltre a danneggiare le proprietà, distruggere gli alberi d’ulivo, alcuni anche molto antichi, e rubare parte dei raccolti agricoli.

Nel corso degli scontri con i palestinesi le autorità di occupazione hanno danneggiato quotidianamente la coltivazione dell’ulivo, abbattendo migliaia di alberi, ma i palestinesi hanno reagito aumentandone la piantagione e la coltivazione, poiché questa pianta rappresenta la presenza storica palestinese in questa terra e una delle tradizioni più importanti.

Traduzione per InfoPal di G.B.