Lavoratore palestinese muore schiacciato a un check-point

102337_345x230Tulkarem-Ma’an. Mercoledì mattina, un Palestinese della cittadina di Farun, nel nord della Cisgiordania, è morto schiacciata dentro un check-point israeliano nei pressi di Tulkarem, mentre stava cercando di andare a lavorare.

Testimoni hanno riferito che Ahmad Samih Bdeir, 39 anni, che si stava dirigendo al suo posto di lavoro in un cantiere edile dentro Israele, è stato soffocato a morte tra le persone che affollavano il check-point di al-Tayba (Shaar Efrayim).

I testimoni hanno raccontato che la ressa è stata creata dal ritmo estremamente lento con cui i soldati israeliani conducevano le procedure di ispezione.

Si tratta del secondo caso di morte a al-Tayba, quest’anno. Il primo riguardò Adel Muhammad Yakoub, 59 anni, morto a inizio di gennaio sempre a causa del sovraffollamento del check-point.

Le procedure di ispezione al check-point normalmente prendono ore, in quanto ogni persona deve passare attraverso le sbarre di metallo, che sono controllate dai soldati da postazioni nascoste. I lavoratori si lamentano con frequenza per i ritardi causati dal personale israeliano, che generalmente è formato da militari di leva di 18-19 anni.

Dopo i cancelli girevoli, ci sono metal detector e stazioni di controllo. I Palestinesi  sono spesso ammassati in recinti di metallo all’interno dei posti di blocco, incapaci di uscire o entrare, e soldati israeliani raramente rispondono alle richieste da parte di chi è bloccato all’interno.

Fonti della Federazione dell’Unione sindacale palestinese hanno dichiarato che oltre 15 mila lavoratori attraversano quotidianamente il check-point di al-Tayba, che è gestito sia dall’esercito israeliano sia da compagnie private di sicurezza.

Secondo l’Ufficio statistico palestinese, circa 30 mila Palestinesi hanno ricevuto il permesso di lavorare dentro Israele e sono così costretti ad attraversare tutti i giorni i check-point.