Le accuse contro Assange dimostrano che “ogni cittadino del pianeta” è soggetto alle persecuzioni degli USA

 Photo : Mohamed Elmaazi.

Sputnikglobe.com. La caccia del governo statunitense a Julian Assange, giornalista australiano, dimostra l’enorme potere dell’egemone occidentale.

L’ultimo decennio ha visto una serie di rivelazioni sul funzionamento interno del governo statunitense che hanno sconvolto il mondo.

Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha pubblicato una serie di documenti riservati che dimostrano il coinvolgimento degli Stati Uniti in ogni cosa, dall’ingerenza politica in paesi esteri allo spionaggio di alleati e avversari. Nel suo intento, Assange è stato aiutato dall’informatore dell’esercito americano Chelsea Manning, che ha denunciato gravi violazioni del diritto internazionale in Iraq e in Afghanistan, e da Edward Snowden, un consulente della NSA che ha rivelato pubblicamente le enormi possibilità capacità di spionaggio delle quali usufruisce questa agenzia di sicurezza.

La dimensione internazionale dell’influenza statunitense è stata un filo conduttore di tutte le rivelazioni. Nel corso della storia, diversi governi hanno violato i diritti dei loro cittadini, ma poche potenze globali hanno avuto la capacità di piegare l’intero pianeta alle loro volontà. Nel 2010 gli Stati Uniti erano diventati una potenza di questo tipo, con un potere politico, tecnologico ed economico che poteva essere imposto a qualsiasi persona in qualsiasi luogo del mondo.

“Sembra che ora stiano dicendo che ogni cittadino del pianeta potrebbe essere accusato in base alla legge sullo spionaggio degli Stati Uniti”, ha dichiarato il giornalista indipendente Steve Poikonen al programma The Critical Hour trasmesso da Sputnik.

Poikonen è stato uno dei collaboratori di Sputnik che ha commentato la notizia del patteggiamento di Assange con il Dipartimento di Giustizia di Biden, mettendo in dubbio le implicazioni dell’accordo anche se i sostenitori della libertà di stampa in tutto il mondo hanno festeggiato la liberazione del prigioniero politico degli USA, incarcerato ormai da troppo tempo.

“La cosa che mi ha sorpreso di più è il modo in cui è stato redatto il patteggiamento, soprattutto perché è un’accusa che storicamente abbiamo visto solo per i consulenti o i dipendenti del governo”, ha detto Poikonen, conduttore del programma di news online AM Wake Up. L’argomentazione che l’accusa statunitense ha portato avanti per tutto il procedimento è stata quella secondo la quale ‘Julian Assange non è un giornalista’”.

“Se lo accusano, in quanto privato cittadino, di aver gestito in modo scorretto informazioni riservate, e ciò è qualcosa che prima poteva essere imputato solo a un dipendente o a un consulente, non significa forse che questo mette tutti noi ancora più sotto pressione di quanto non lo fossimo già prima?”

“Non avrebbe mai dovuto essere accusato”, ha insistito il vignettista e opinionista sindacale Ted Rall a proposito dei 12 anni di lotta di Assange contro il governo statunitense. “Non ha mai commesso un crimine. Non è mai stato cittadino americano e, quindi, non è soggetto alla legge americana. La legge sullo spionaggio è abominevole e probabilmente incostituzionale, non dovrebbe essere in vigore e certamente non dovrebbe mai essere applicata ai giornalisti”.

La persecuzione di Assange da parte degli Stati Uniti è stata spesso giustificata con il pretesto che la sua attività metteva in pericolo la vita di cittadini o militari americani. Affermazioni simili erano state fatte decenni prima anche nei confronti del divulgatore dei Pentagon Papers, Daniel Ellsberg, che l’ex Segretario di Stato Henry Kissenger aveva definito “l’uomo più pericoloso d’America”. Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato una legge che considera reato rivelare l’identità dei dipendenti della CIA dopo che l’ex-capo dell’agenzia, George H.W. Bush, aveva accusato l’informatore Philip Agee dell’uccisione di un ufficiale da parte di militanti in Grecia.

Ma non sono mai emersi dettagli concreti su qualcuno che sia stato preso di mira, o addirittura minacciato, a causa del giornalismo di Julian Assange. Al contrario, Assange ha collaborato meticolosamente con le fonti e i media per eliminare le informazioni che avrebbero potuto mettere in pericolo o esporre chiunque fosse menzionato nei documenti riservati.

“L’idea che Julian Assange stesse mettendo in pericolo delle vite, assieme a tutto il resto, è completamente inventata per dare una parvenza di rispettabilità alla guerra che è stata condotta dal governo degli Stati Uniti contro quest’uomo che, tra l’altro, è stato rilasciato non perché Joe Biden abbia improvvisamente deciso di agire per magnanimità”, ha dichiarato l’economista Radhika Desai.

Desai ha criticato aspramente i media mainstream che hanno spesso diffamato Assange, pur pubblicando e approfittando del suo lavoro giornalistico.

“La storia [del Washington Post] è assolutamente ipocrita”, ha detto Desai a proposito di un articolo del quotidiano secondo il quale, in merito al rilascio di Assange, “le reazioni sono state contrastanti”. “Le uniche persone che criticano Julian Assange sono quelle che governano negli Stati Uniti e tutti i media mainstream che sembrano prendere spunto da loro per motivi che ben conoscono”.

“È anche ironico che i giornali che ora riportano il suo cammino verso la libertà… abbiano pubblicato le stesse cose di cui è stato accusato, gli stessi segreti relativi alla sicurezza nazionale che è stato accusato di aver rivelato”, ha detto il conduttore Wilmer Leon.

“È una cosa che puzza da morire”, concorda lo scrittore e accademico Gerald Horne. “Immagino sia un velato riferimento a giornali come il New York Times, per esempio, il Guardian… La reputazione del signor Assange è stata trascinata nel fango. Ha sofferto ingiustamente, e gli auguro solo il meglio”.

La storia del Guardian che ha denigrato Julian Assange, dopo aver sfruttato il suo lavoro con @wikileaks, non dovrebbe mai essere dimenticata. pic.twitter.com/Ww2VFwdfPx

– Media Lens (@medialens) 25 giugno 2024

“È evidente che gli anni di tortura in condizioni di massima sicurezza e di isolamento hanno distrutto Julian Assange”, ha dichiarato l’analista per la sicurezza Mark Sleboda. “Il Julian Assange che è entrato nella prigione di Belmarsh non avrebbe mai dichiarato o accettato la propria colpevolezza, né la giurisdizione di un tribunale o di un gran giurì statunitense”.

“Resta da vedere se un Julian Assange distrutto potrà in qualche modo riemergere come una fenice dalle sue ceneri e riprendere la lotta contro l’egemonia che lo ha perseguitato e rapito per gran parte dell’ultimo decennio”, ha dichiarato.

Ma Desai insiste sul fatto che le generazioni future apprezzeranno l’importante sacrificio compiuto dal giornalista per informare il mondo sugli abusi del governo.

“Insieme a Chelsea Manning ed Edward Snowden, Julian Assange è uno degli eroi del nostro tempo. Sono un piccolo gruppo di persone che hanno detto la verità sul potere e hanno creduto nella verità, hanno combattuto per la verità, si sono sacrificate per la verità”.

“Sarà orribile e demoralizzante vedere Julian doversi dichiarare colpevole di un crimine che non ha commesso in quel tribunale federale di Saipan, ma è fantastico vederlo fuori da quell’orribile prigione e in viaggio verso la sua casa  in Australia per riunirsi a sua moglie e ai suoi figli”, ha dichiarato Rall. “È una notizia fantastica”.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi