Le autorità egiziane chiudono il passaggio principale per la Striscia di Gaza

PressTv. Le autorità egiziane hanno chiuso il passaggio principale per la Striscia di Gaza assediata a seguito del peggioramento  della situazione di sicurezza in tutto il paese nordafricano.

I funzionari egiziani hanno chiuso il valico di Rafah verso la Striscia di Gaza fino a nuovo avviso delle autorità annunciando che il passaggio resterà chiuso in entrambe le direzioni.

I funzionari della sicurezza egiziana hanno aggiunto che avevano chiuso la frontiera a causa della situazione di tensione nel Sinai: è un’operazione militare egiziana su larga scala in tutta la travagliata regione.

I funzionari di Hamas a Gaza hanno detto che le autorità egiziane avevano informato la parte palestinese della chiusura del valico.

“Gli egiziani ci hanno detto che la chiusura improvvisa del valico era dovuta alla situazione tesa della sicurezza nella penisola del Sinai e nella parte egiziana della città di Rafah” , ha raccontato Maher Abu Sabha, dirigente per i valichi a Gaza, ai media.

Il direttore dei valichi ha anche affermato che il numero di persone che attraversano la frontiera è bruscamente sceso da 1.200 a 300 al giorno a causa delle restrizioni messe in atto dall’Egitto.

La chiusura  del valico di Rafah con la Striscia di Gaza da parte dell’Egitto ha suscitato grande preoccupazione tra i palestinesi dell’enclave assediata. I palestinesi della striscia costiera assediata si basano esclusivamente sul valico di Rafah per entrare e uscire dall’enclave.

Le autorità egiziane ad interim hanno chiuso il valico di frontiera per diversi giorni dopo il golpe militare che ha deposto il presidente Mohammed Mursi ai primi di luglio. Tuttavia, è stato poi riaperto per alcune ore al giorno.

Centinaia di persone normalmente partono per l’Egitto attraverso il valico di Rafah, l’unico passaggio che porta nel resto del mondo, per la maggior parte dei Gazawi.

Israele ha imposto un blocco su Gaza dal 2007. L’assedio ha avuto un impatto disastroso sulla situazione umanitaria ed economica nell’enclave impoverita, trasformando il territorio nella più grande prigione a cielo aperto del mondo.

Traduzione per InfoPal a cura di Edy Meroli