Le autorità israeliane impediscono la riparazione delle principali linee di fornitura elettrica alla Striscia di Gaza per il 13° giorno consecutivo

Le autorità israeliane impediscono la riparazione delle principali linee di fornitura elettrica alla Striscia di Gaza per il 13° giorno consecutivo.

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) condanna l’impedimento causato dalle autorità israeliane al personale tecnico per la riparazione di una delle linee principali che porta elettricità da Israele alla Striscia di Gaza. La linea è stata interrotta per 13 giorni e ha portato all’aggravarsi della crisi elettrica nella Striscia di Gaza e all’incremento del 37,3% della carenza energetica. Il PCHR è preoccupato per i disagi causati dalla prolungata interruzione della linea, specialmente per il crescente numero di ore di interruzione elettrica e il conseguente impatto sulle necessità quotidiane dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

Jamal al-Dirdissawi, direttore delle pubbliche relazioni alla GEDCO (la Compagnia di Distribuzione di Elettricità a Gaza), ha dichiarato al PCHR che il 17 novembre 2011 una delle principali linee elettriche che va da Israele a Gaza è stata interrotta in prossimità del confine settentrionale. Secondo al-Dirdissawi, questa linea fornisce 12 megawatt di elettricità alla Striscia di Gaza. Le autorità israeliane non hanno permesso né al fornitore israeliano né ai tecnici palestinesi di avere accesso alla linea per ripararla. Il diniego al riparo della linea danneggiata coincide con le minacce fatte da Dani Ayalon, viceministro  degli Esteri israeliano, sulla possibilità che Israele stia valutando di togliersi ogni responsabilità circa le infrastrutture nella Striscia di Gaza, in risposta all’incontro di riconciliazione palestinese al Cairo.

Secondo le continue indagini condotte dal PCHR sulla crisi energetica nella Striscia di Gaza, questa interruzione della linea coincide con una riduzione di 20 megawatt di potenza della centrale elettrica di Gaza causata dal periodico lavoro di manutenzione condotto nell’impianto in questo periodo dell’anno, data la crescente domanda di elettricità nella fredda stagione invernale.

Secondo l’ingegnere Ahmed Abu al-Amarin, direttore del Centro Informazioni sull’Energia palestinese, la Striscia di Gaza necessita approssimativamente di 300 megawatt di elettricità, e l’attuale riduzione tocca più di un terzo dei bisogni energetici di Gaza (112 megawatt rappresentano 37,3% del fabbisogno totale). Attualmente, 188 megawatt di elettricità vengono forniti alla Striscia di Gaza in questo modo: 108 megawatt da Israele, 63 megawatt generati dalla centrale elettrica di Gaza e 17 megawatt fornite dall’Egitto.

Per queste ragioni, la GEDCO è costretta a funzionare secondo un piano di emergenza, con interruzioni elettriche della durata di otto ore al giorno, o di quattro ore se l’interruzione avviene dopo la mezzanotte.

 

Il PCHR è seriamente preoccupato per la crisi energetica che continua a colpire la Striscia di Gaza e, inoltre:

1.      Sottolinea che le popolazioni della Striscia di Gaza sono considerate civili a cui è concessa protezione secondo la legge internazionale dei diritti umani e le leggi umanitarie internazionali, in particolar modo la Quarta Convenzione di Ginevra;

2.      Richiama la comunità internazionale a obbligare le autorità israeliane occupanti a rispettare i regolamenti internazionali e a porre fine all’imposizione di pene collettive sulla popolazione civile;

3.      Richiama la comunità internazionale a fare pressione sul governo israeliano per prevenire l’aggravarsi della crisi elettrica nella Striscia di Gaza e per consentire al personale tecnico di riparare la linea interrotta, come atto di responsabilità morale e legale di Israele al fine di proteggere i fondamentali diritti umani dei civili assediati.

 

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