Le Brigate Al-Aqsa rifiutano l’accordo sui 'ricercati': è una trappola di Israele.

Le Brigate dei Martiri al-Aqsa, ala militare del movimento di Fatah, ieri hanno espresso la propria meraviglia per l’accordo palestino – israeliano che cancella 180 nomi di resistenti dalla lista dei "ricercati" in cambio della tregua con lo Stato di occupazione, e hanno invitato tutti i combattenti a non cadere nella trappola di Israele.

In un comunicato, le Brigate hanno chiesto all’"uomo dell’America", Salaam Fayyad, "di togliere le mani dalle brigate. Noi non gli abbiamo chiesto né aiuto né accordi. Rinnoviamo la nostra richiesta al signor Abu Mazen di licenziarlo e di incaricare una personalità nazionalista per guidare il nuovo governo".

E hanno aggiunto: "Non dimentichiamo ciò che ha fatto il nemico ai nostri fratelli ricercati nella Striscia di Gaza durante la prima Intifada: li hanno uccisi a sangue freddo pochi giorni dopo aver consegnato le armi. Questo non lo permetteremo un’altra volta.
Sappiamo che sono in atto incontri segreti tra i capi delle forze di sicurezza preventiva in Cisgiordania, dirigenti dell’intelligence israeliana (Shabak), governo di Fayyad e amministrazione americana".

E hanno proseguito dicendo: "All’inizio abbiamo preferito il silenzio per capire bene cosa stesse accadendo. Abbiamo visto dunque che hanno graziato i grandi delinquenti, gli eroi degli spettacoli stradali, i ladri dei compiti della maturità, chi ha attaccato e bruciato le associazioni palestinesi, ma non i veri combattenti. Il nome delle Brigate Al-Aqsa è un nome benedetto con il nostro sangue. Lo abbiamo scavato nella roccia finché è diventato un titolo onorifico per la resistenza in Palestina".

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