Le Carré: Israele, in Libano, ha ripetuto ciò che aveva già fatto 20 anni fa.

Alcune riflessioni dell’analista John Le Carré, riportate il 6 Settembre 2006 da  “Le Monde”.  

“Rispondete un po’ a questa domanda, vi prego. Quando uccidete cento civili innocenti e un terrorista, con tale azione avete segnato un punto a favore della vostra guerra al terrorismo oppure no?

Conosco la vostra risposta: ‘Questo terrorista avrebbe potuto uccidere due, cento, mille persone, o forse di più ancora!’.  Si pone allora un’altra questione: se, uccidendo cento persone innocenti, causate per reazione la nascita, in un prossimo  futuro, di nuovi cosiddetti terroristi e procurate loro una base popolare che fornisce loro aiuto e sostegno, siete riusciti a garantire alle prossime generazioni di vostri concittadini tranquillità e sicurezza, o vi siete creati il nemico che vi meritate? 

“Scrivo questo articolo esattamente 28 giorni dopo che lo Hezbollah ha catturato due soldati israeliani.

Nel corso di questi 28 giorni, 932 libanesi sono stati uccisi e più di 3.000 feriti. 913.000 sono diventati profughi.

Il numero di vittime israeliane ammonta a 84 morti e 867 feriti.

Nel corso della prima settimana del conflitto, lo Hezbollah tirava circa 90 razzi al giorno su Israele.

Un mese più tardi – nonostante le oltre 8.700 uscite effettuate dalle forze aeree israeliane  che causarono la paralisi dell’aeroporto internazionale di Beirut e la distruzione di centrali elettriche, di depositi di combustibile, di flottiglie di pesca, di 147 ponti e di 72 assi stradali -, lo Hezbollah  portò la sua media quotidiana di tiri di razzi a 169. Nel contempo, i due soldati israeliani che erano la ‘ragione pubblica’ di tutta quest’agitazione sono ancora nelle mani dell’Hezbollah. Israele ha ripetuto in Libano ciò che aveva già fatto venti anni fa: distruggere la sua infrastruttura per infliggere  una punizione collettiva alla fragile e multi-culturale  democrazia che cercava di riconciliare le sue differenze confessionali e vivere in buon’armonia con i suoi vicini.

"Ancora un mese fa appena, gli Stati Uniti citavano il Libano come modello di ciò che gli altri paesi del Vicino-Oriente potrebbero diventare. Lo Hezbollah, pensava con un ottimismo forse eccessivo alla Comunità internazionale e a trasformarsi gradualmente anche in una forza politica e non puramente militare. 

"Ed ecco che oggi l’intero mondo arabo celebra questa forza armata,  che ha  distrutto la reputazione militare e la supremazia di cui usufruiva Israele. modificandone la sua immagine ‘dissuasiva’ a cui teneva tanto".

 

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