Le colonie industriali, un veleno per la terra e la vita palestinese

551615530Gerusalemme-PIC. Ogni occasione è buona per cacciare i Palestinesi dai loro terreni e per controllarli: la costruzione di zone industriali ne è un esempio. Un altro caso è quello della protezione della natura selvaggia palestinese come mezzo per raggiungere determinati fini. 

L’amministrazione civile israeliana

Il giornale Haaretz ha pubblicato un rapporto che illustra il progetto dell’amministrazione civile israeliana di installare in Cisgiordania quattro zone industriali che toglierebbero altri centinaia di ettari ai territori palestinesi, considerando che una decina di zone industriali è già esistente all’interno e nelle vicinanze delle colonie.

L’obiettivo dissimulato

Il rapporto vuole sottolineare che quattro zone industriali sono già presenti in Cisgiordania (Michor Adomim, Borkan, Ariel, Chahak) e che esistono già delle aree dichiarate come delle future zone industriali.

L’installazione di tali zone ha l’unico scopo di appropriazione di altre porzioni della Cisgiordania, con lo slogan: ”Ruba il più possibile!”

Le sorgenti d’acqua e la giustizia complice

L’organizzazione civile israeliana di Kirm Nafut ha, inoltre, pubblicato un rapporto sul loro sito che mette in evidenzia le intenzioni dei coloni sionisti di mettere mano sulle sorgenti d’acqua della Cisgiordania.

Nel 2016 gli abitanti della colonia di Rahlim hanno ottenuto 12mila shekel per sviluppare la sorgente d’acqua della loro colonia e l’organizzazione di Kirm Natuf  si è indignata nel constatare che tale sorgente non esiste. La somma investita è, infine, stata sfruttata per la costruzione di un bacino artificiale nei terreni palestinesi situati all’esterno della colonia.

Bombe chimiche

Gli stratagemmi dei coloni e dell’occupazione sionista sono ben noti ai Palestinesi. Essi sono consapevoli che i sionisti fanno il possibile per mettere mano sui loro terreni, ignorando gli appelli internazionali che chiedono di fermare le attività coloniali in Cisgiordania.

Alla sottrazione dei terreni palestinesi si aggiungono, inoltre, i grandi pericoli biologici e demografici delle zone industriali sioniste.

La colonia di Borkan è situata sui terreni della città di Silfit con più di 200 fabbriche. Tale zona inquina l’ambiente e, soprattutto, i rifiuti tossici sono sotterrati nelle terre palestinesi causando un’ondata di malattie, tra le quali molti tumori, in Cisgiordania e nelle regioni agricole in particolar modo.

I sionisti presentano tali zone come un vantaggio comune per gli Israeliani e per i Palestinesi in quanto creatrici di molte offerte di lavoro per i giovani palestinesi.

I terreni di tali zone industriali sono diventati molto pericolosi, delle vere e proprie bombe chimiche, chimiche, biologiche, che minacciano l’aria, l’uomo e la terra dei territori palestinesi.

Traduzione di Giulia Cazzola