Le costruzioni edilizie negli insediamenti israeliani in Cisgiordania sono quadruplicate

settlers-occupy-palestinian-property-building-al-rajab-building-hebronMemo. Nonostante fonti ufficiali del governo israeliano continuino a negare ulteriori espansioni in territorio palestinese da parte dei coloni israeliani, secondo il quotidiani Haaretz, queste sarebbero in forte aumento.

Le suddette affermazioni si baserebbero sia sui dati pubblicati dall’Osservatorio Insediamenti dell’associazione Peace Now, sia su  quelli ufficiali forniti dall’Ufficio centrale di Statistica del governo.

Le due fonti, infatti, dimostrano che “si è assistito ad un forte aumento delle attività edilizie in Cisgiordania ed a Gerusalemme Est, nonché delle attività connesse alla pianificazione edilizia, che riguardano sia le nuove abitazioni, sia le costruzioni vecchie da legalizzare retroattivamente”.

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Insediamenti su richiesta di Haaret’z,” a partire da settembre 2015, inizio del nuovo anno secondo il calendario ebraico, il numero di progetti edilizi per costruire nuovi fabbricati all’interno delle colonie è quadruplicato”.

Nel corso dell’ultimo anno, in effetti, è stata intrapresa la costruzione di ben 2.168 nuove unità abitative, a fronte delle 553 dell’anno precedente. Inoltre, 1.170 costruzioni, prima abusive, hanno ricevuto una regolarizzazione retroattiva, contro le 444 dell’anno precedente.

Secondo Haaretz , “tali attività di costruzione avrebbero luogo in località distanti dai confini israeliani internazionalmente riconosciuti, come ad esempio ad Ariel. In tal modo, si spera probabilmente di poter bloccare future evacuazioni degli insediamenti in terra palestinese”.

Il direttore del progetto Osservatorio Insediamenti di Peace Now, Hagit Orfan, ha affermato: “Abbiamo assistito ad una crescita esponenziale degli edifici particolarmente ad Ariel ed a Erfat, due insediamenti molto strategici. Si trovano infatti in luoghi che sarebbero molto difficili da sgomberare in caso ci fosse un futuro accordo di pace… ma non è finita qui: in 13 insediamenti, nessun bando è necessario per varare nuovi progetti edilizi. Di conseguenza, un gran numero di attività vengono intraprese senza alcun disciplinare  a regolamentarle”.

Nel frattempo, l’Ufficio centrale di Statistica ha pubblicato di recente dei dati che dimostrano  che, mentre la percentuale dei progetti edilizi in Israele nella prima metà del 2016 è scesa del 7% rispetto allo stesso periodo del 2015, la stessa è aumentata del 17% in Cisgiordania.

Tali dati mostrano altresì che la percentuale della popolazione ebraica in tale regione è aumentata del 4.1% rispetto al 2015. Tale dato contrasta con quello del tasso di crescita annuo della popolazione in Israele, che si attesta attorno al 2%. Il rapporto afferma che “circa 386.000 ebrei vivono in Cisgiordania, ed altri 203.000 a Gerusalemme Est”.

Come sostiene Dror Etkes, direttore della ONG Kerem Navot, “sotto il governo Netanyahiu, gli insediamenti ideologici sul confine orientale della barriera che divide Israele dai Territori Palestinesi hanno guadagnato nuovo slancio”.

Queste affermazioni sono suffragate anche da ulteriori dati raccolti dell’Osservatorio insediamenti, i quali dimostrano che, mentre la percentuale delle nuove unità abitative edificate ad est della “barriera di sicurezza” israeliana era inizialmente di circa il 20% delle nuove costruzioni, con il ritorno di Netanyahu al potere essa è salita al 35%.

Traduzione di Maddalena Iaria