Le donne di Gaza apprezzano le restrizioni decise dall’Autorità Palestinese sul pagamento degli stipendi

Gaza-Ma’an. Una nuova stretta sul pagamento degli stipendi degli impiegati dall’Autorità Palestinese a Gaza ha comportato maggiore libertà per alcune lavoratrici nell’enclave di Gaza.

L’Autorità Palestinese (Anp) in Cisgiordania guidata da Fatah, ad aprile si è rifiutata di pagare gli stipendi a quegli impiegati della Striscia di Gaza che avessero conferito a terzi, attraverso una procura, il diritto accedere al proprio conto corrente.

La mossa dell’Autorità Palestinese mirava a dare garanzie a quegli impiegati che si trovano fisicamente presenti a Gaza. L’Autorità Palestinese perse il controllo della Striscia di Gaza a favore di Hamas nel 2007, ma i suoi impiegati nell’enclave rimasero sul suo libro paga. Gli impiegati dell’Autorità Palestinese hanno dovuto annullare la procura per poter ricevere i loro stipendi. Per molte donne, i cui conti correnti erano controllati dai mariti o dai padri, la decisione presa dall’Anp ha significato acquisire il controllo dei propri conti correnti per la prima volta.

Um Mahmoud, 45 anni, ha ritirato il proprio stipendio dalla banca per la prima volta in venti anni.  “Oggi mi sento liberata”, ha detto a Ma’an. “Per la prima volta mi sento una donna che lavora e che riceve uno stipendio per gli sforzi compiuti”. Quando Um Mahmoud ha iniziato a lavorare venti anni fa, suo marito domandò la procura per il suo conto corrente, dichiarando che non voleva che sua moglie perdesse tempo a fare file in banche affollate. “Mio marito mi dà tutto ciò di cui ho bisogno ma se non vado personalmente in banca e non ricevo il denaro nelle mie mani, non mi sento una vera lavoratrice. Volevo avere il controllo del mio stipendio, era una cosa che mancava nella mia vita”.

Muna, 39 anni, racconta che suo padre l’ha costretta a dargli la procura. Ha lavorato per undici anni, ma soltanto questa settimana, per la prima volta, è riuscita a riscuotere il proprio stipendio. “Durante gli ultimi undici anni, avrei voluto poter disporre del mio stipendio, ma avevo paura di urtare i sentimenti di mio padre”, ha raccontato a Ma’an.

Muna ha aperto un conto di risparmio e dichiara che darà a suo padre una parte del suo stipendio. Dice anche che non darà mai più a nessuno il potere di disporre del suo denaro.

Questa decisione dell’Anp ha avuto conseguenze anche sugli uomini.

Rani, 32 anni, afferma che suo padre ha insistito per avere la procura sul suo conto bancario, dichiarando di volerlo fare per risparmiare il denaro per il suo matrimonio. Rani ha lavorato per diversi anni, non è ancora sposato e non sa dove siano i suoi risparmi. “Non posso dire di no a mio padre, ma ho tratto molto beneficio dalla sua decisione. Posso ritirare il mio denaro dalla banca e risparmiare denaro per il mio futuro”, ha detto.

Il Centro per i Diritti Umani Al-Mezan ha dichiarato che gli impiegati dell’Anp hanno organizzato diversi sit-in fuori la Banca di Palestina a Gaza City in aprile, per protestare contro il mancato ricevimento dello stipendio di marzo da parte del governo di Ramallah.

Gli impiegati della banca hanno detto ai dimostranti che il ministro palestinese delle Finanze non ha versato il denaro a tutti coloro i quali abbiano prelevato gli stipendi per procura, inclusi i residenti fuori da Gaza. Secondo Al-Mezan, sono 7.500 gli impiegati dell’Autorità Palestinese che non ricevono lo stipendio dallo scorso marzo.

Traduzione per InfoPal a cura di Federica Lomiri