Le famiglie di Silwan sollecitano la partecipazione agli eventi di solidarietà di venerdì

Gerusalemme/al-Quds-PIC e Quds Press. Le famiglie del quartiere di Silwan a Gerusalemme est hanno invitato i loro connazionali gerosolimitani e dei Territori occupati del 1948 (Israele) a partecipare alla manifestazione che si terrà oggi, venerdì, nel quartiere di al-Bustan.

In un annuncio sui social media, le famiglie di Silwan hanno chiesto di partecipare al “venerdì di fermezza e forza d’animo” per mostrare solidarietà ai residenti di Silwan che stanno affrontando minacce di sfollamento da parte dell’autorità di occupazione israeliana.

Hanno sottolineato l’importanza di partecipare agli eventi di solidarietà di oggi per rafforzare la loro fermezza di fronte ai piani di Israele di sfollamento dalle loro case e di ebraicizzazione dei loro quartieri.

Il membro del Comitato per la difesa della terra di Silwan, Fakhri Abu Diyab, ha recentemente avvertito che 17 case potrebbero essere demolite, entro la fine di luglio, a Silwan.

“98 case sono state minacciate di demolizione, di cui 17 hanno ricevuto notifiche di demolizione immediata ai sensi della legge israeliana ‘Kaminitz’ che impedisce qualsiasi possibilità di appello contro di essa o di concelamento in tribunale”, ha detto Abu Diyab, sottolineando che le 17 case sarebbero state demolite in date diverse fino alla fine di luglio.

Queste 17 case appartengono alle famiglie di Abu Diyab, Hamdan, Jalajel, Rajbi, Quwaider, Badran, Odeh, Shafi, Rajab, Abdul-Rahman e Bashir.

Il funzionario locale ha anche affermato che un gruppo di forze di polizia e dipendenti comunali ha fatto irruzione nel quartiere di al-Bustan, a Silwan, il 14 giugno, e ha consegnato ai proprietari per l’interrogatorio da parte dell’ispettore della municipalità israeliana, osservando che i proprietari si sono rifiutati di rispettare le precedenti decisioni israeliane del 2018 che ordinavano loro di demolire le case.

Ha aggiunto che il comune israeliano prevede di demolire l’intero quartiere dopo aver notificato a decine di altri residenti la sua intenzione di radere al suolo le loro case, negli ultimi anni e mesi, descrivendo le demolizioni previste come “parte della politica di pulizia etnica” perseguita da Israele contro Palestinesi nella città santa.