Le forze di occupazione israeliana disperdono tre manifestazioni pacifiche

Cisgiordania – InfoPal. Venerdi 7 settembre, le forze di occupazione israeliana hanno disperso tre manifestazioni pacifiche in diverse città della Cisgiordania.

Fonti palestinesi affermano che le forze israeliane hanno sparato proiettili metallici e gas lacrimogeni sulla marcia settimanale del villaggio di Nabi Saleh contro la colonizzazione e il Muro dell’Apartheid. Nel tentativo di disperdere i manifestanti, le forze israeliane hanno anche spruzzato acque reflue mischiate con sostanze chimiche provocando l’intossicazione di alcuni manifestanti.

Le fonti aggiungono che gli israeliani hanno imposto un cordone di sicurezza intorno al villaggio, che si trova a nord ovest di Ramallah, in Cisgiordania, e hanno arrestato 11 attivisti, tra cui un fotografo.

I manifestanti hanno scandito slogan contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi, il silenzio internazionale, il sostegno incondizionato degli Stati Uniti al governo di Tel Aviv, e la posizione del partito democratico statunitense che riconosce “Gerusalemme come capitale di Israele”.

Durante la marcia settimanale di Bil’in, decine di civili palestinesi e attivisti internazionali sono rimasti feriti dalle forze israeliane che hanno sparato proiettili di gomma e metallo, bombe sonore e gas lacrimogeni contro i manifestanti, quando questi ultimi sono giunti all’area di “Abu Lemon”, in prossimità del Muro dell’Apartheid di Ramallah.

Il Comitato popolare contro il Muro e le colonie aveva organizzato la marcia di Bil’in, questa settimana, in solidarietà con il membro arabo della Knesset, Mohammed Baraka, che attualmente è sotto processo con l’accusa di aver commesso due aggressioni: una contro un soldato israeliano durante una marcia pacifica a Bil’in, nell’aprile del 2005, l’altra contro un  colono estremista che aveva  cercato di attaccare i partecipanti alla protesta contro la guerra in Libano, nel luglio 2006.

A Betlemme, le forze israeliane hanno attaccato la consueta marcia pacifica organizzata dagli abitanti del villaggio di Ma’sara insieme ad attivisti internazionali, quando i partecipanti hanno cercato di avvicinarsi ai loro terreni dal Muro dell’Apartheid.