
Gaza – Al-Mayadeen. Fonti israeliane hanno confermato che l’esercito di occupazione israeliano si sta preparando per un assalto di terra su larga scala sulla Striscia di Gaza, con l’obiettivo di prendere il controllo dell’intero territorio e di sfollarne forzatamente i residenti.
L’invasione pianificata, parte dell’Operazione “Carri di Gedeone” in corso, segna una significativa escalation negli attacchi militari dell’occupazione. “Carri di Gedeone” è una campagna militare volta a prendere il pieno controllo della Striscia di Gaza.
Secondo fonti citate da Israel Hayom, si prevede che l’intenso assalto terrestre durerà circa due mesi.
In seguito, per oltre un mese, l’esercito di occupazione israeliano intende occupare il territorio, con l’obiettivo di ridurre l’area in cui i civili possono rimanere e concentrarsi.
Questa fase dell’invasione della Striscia di Gaza è progettata per ridurre al minimo la presenza della popolazione palestinese e massimizzare l’occupazione militare, riflettendo un obiettivo più ampio di alterare il panorama demografico e strategico dell’enclave.
Le stesse fonti hanno indicato che “Israele” sta lavorando per accelerare lo sfollamento dei residenti di Gaza oltre i confini della Striscia. Secondo il rapporto, questo piano è in fase di sviluppo in coordinamento con gli Stati Uniti, e ciò suggerisce una dimensione internazionale allo sfollamento forzato in corso a Gaza.
Parallelamente, sono in corso i preparativi per il possibile ritorno della delegazione israeliana da Doha, nonostante i recenti negoziati svoltisi.
In precedenza, l’esercito di occupazione israeliano aveva annunciato l’inizio della prima fase dell’Operazione “Carri di Gedeone”, una campagna militare volta a prendere il pieno controllo della Striscia di Gaza.
La PIJ conduce un’operazione di alto livello a Gaza.
A loro volta, i gruppi della Resistenza palestinese hanno annunciato martedì diverse operazioni contro le truppe israeliane, mentre queste ultime lanciavano la loro invasione terrestre su vasta scala di Gaza, intensificando ulteriormente il genocidio contro i palestinesi.
Il 12 maggio, i combattenti della Resistenza palestinese hanno fatto esplodere una bomba GBU-39/B abbandonata dalle forze israeliane, distruggendo un veicolo militare israeliano durante la sua avanzata in via al-Muntar, nel quartiere di al-Shuja’iyya, nella città di Gaza, come riportato dalle Brigate al-Quds, l’ala militare del movimento del Jihad Islamico Palestinese (PIJ).
Nello stesso contesto, Abu Khaled, portavoce delle Forze Martire Omar al-Qassim, l’ala militare del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (DFLP), ha confermato che una delle loro unità di combattimento, operante nella parte nord-occidentale di Gaza, ha teso un’imboscata ben pianificata contro una pattuglia di fanteria israeliana nella zona di al-Atatra.
Abu Khaled ha spiegato che l’area era stata disseminata di ordigni esplosivi. I combattenti hanno attirato le truppe in avanzata nell’imboscata, dove hanno aperto il fuoco e fatto detonare gli esplosivi sotto i soldati, causando vittime dirette. Le forze israeliane sono state costrette a chiedere rinforzi supportati da droni.