Le forze di sicurezza dell’Anp liberano 30 sostenitori di Hamas

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Cisgiordania – Infopal. Ieri sera, alla vigilia dell’avvio del dialogo nazionale palestinese, che avrà luogo domani, giovedì 26 febbraio, le forze di sicurezza dell’Anp in Cisgiordania hanno liberato 30 detenuti sostenitori di Hamas.

Il dirigente di Hamas Ra’fat Nasif ha dichiarato che questo atto è un passo positivo, ma non è abbastanza e non aiuta a sospingere in avanti il dialogo e la pacificazione tra palestinesi.

Nasif, in una dichiarazione al canale satellitare al-Quds, ha spiegato che l’Anp aveva promesso di liberare ieri 80 membri di Hamas, ma il numero non è stato quello. Ha ribadito inoltre la necessità di rilasciare tutti i detenuti politici in Cisgiordania per la riuscita del dialogo.

Il portavoce delle forze di sicurezza dell’Anp in Cisgiordania, Adnan Damiri, ha affermato che il Presidente Mahmud Abbas è favorevole alla liberazione di tutti i detenuti, definiti ‘detenuti di sicurezza’, per il buon esito del dialogo.

 

Un passo ingannevole. Nonostante l’importanza di questo passo, il numero esiguo di detenuti rilasciati non indica un vero progresso da parte delle forze di sicurezza palestinesi, che continuano a trattenere circa 350 sostenitori di Hamas, come hanno dichiarato al corrispondente di Infopal.it fonti vicine al movimento di Hamas in Cisgiordania.

Le famiglie di chi è detenuto dall’Anp già da tempo chiedono a Hamas di assicurare la liberazione dei loro parenti, prigionieri da più di un anno. Sostengono infatti che le forze di sicurezza usano l’inganno, liberando quanti hanno arrestato pochi giorni fa e trattenendo coloro che, in numero decisamente maggiore, sono incarcerati ormai da molto tempo.

La famiglia di Shaker Salim, sindaco cinquantenne della cittadina di Rantis, detenuto dal 23 luglio 2008 e con problemi di salute, chiede a Hamas di premere sull’Anp per farlo rilasciare. La famiglia di Ma‘zuz al-Damas, detenuto dall’11 luglio 2008, ha invece richiamato l’attenzione sul caso del figlio, padre di quattro bambini, che si trova nella sede di sicurezza preventiva a Betunia con la sola imputazione di “aver accompagnato il dott. Omar Abdelrazaq, ex-ministro del governo di Hamas”.

 

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