Le forze di sicurezza dell’Anp vietano un sit-in di solidarietà con i giornalisti detenuti nelle sue carceri

Nablus-InfoPal. Domenica 14 ottobre, i servizi di sicurezza dell’Autorità palestinese, Anp, hanno impedito alla famiglia del giornalista Walid Khaled di organizzare un sit-in di fronte al carcere di Junaid, nella città di Nablus, a nord della Cisgiordania, dove è detenuto da 26 giorni. Le forze dell’Anp hanno anche impedito ai giornalisti presenti sul luogo di fotografare o coprire l’evento intimando loro di lasciare la zona, altrimenti avrebbero sequestrato le loro attrezzature.

L’Associazione dei giornalisti palestinesi di Gaza ha definito questo atto “un nuovo tentativo di nascondere i crimini commessi dalle forze di sicurezza dell’Anp contro i giornalisti detenuti nelle sue prigioni, e imporre a tutti gli altri giornalisti quando, e dove esercitare la propria professione”. 

In un comunicato stampa diffuso dall’Associazione, essa ha dichiarato che “il comportamento vergognoso dei servizi di sicurezza palestinesi conferma che i responsabili della Cisgiordania non hanno l’intenzione di permettere a nessun giornalista di lavorare in modo libero. L’Anp  mette a tacere i giornalisti dietro alle sbarre, e fa tutto il possibile per impedire a chiunque di far luce sulla loro sofferenza, essa emargina, ridimensiona e impone il silenzio stampa per raggiungere tale obiettivo”. 

L’Associazione ha ribadito il suo sostegno ai due giornalisti detenuti nelle carceri palestinesi, Walid Khalid, e il corrispondente dell’agenzia Quds Press, Mohammed Mona, e alle loro famiglie, e ha invitato tutte le forze politiche, nazionaliste, islamiche, membri e presidenza del Consiglio legislativo, i capi dei blocchi parlamentari in Cisgiordania e le istituzioni della società civile e dei diritti umani, ad attivarsi per salvare la vita dei due giornalisti e assicurare il loro rilascio immediato. Inoltre essa ha invitato a porre fine ai crimini perpetrati dall’autorità della Cisgiordania nei confronti dei giornalisti. 

L’Associazione ha espresso il suo stupore per “il silenzio di coloro che dichiarano il loro impegno nella difesa dei giornalisti e la tutela della loro libertà e dignità. Essi, con il loro silenzio, si sono resi complici dei delitti perpetrati ai danni dei giornalisti”. E si è anche chiesta se “le sofferenze di Walid Khaled, in sciopero della fame, e Mohammed Mona non sono ancora giunte alle orecchie, ormai sorde, di costoro”.