Le forze di sicurezza saudite uccidono due manifestanti. Uno era un adolescente

PressTv. Mercoledì 26 settembre, le forze di sicurezza saudite hanno ucciso un adolescente e un attivista, in un attacco contro un gruppo di manifestanti pro-democrazia, nella città di Qatif, nella provincia orientale.
Il sedicenne, di cui non si conosce l’identità, è stato ucciso mercoledì mentre le forze di sicurezza stavano cercando di arrestare l’attivista dell’opposizione Khaled al-Labbad, che ha perso la vita nell’assalto.
Labbad era nella lista delle 23 persone ricercate dal regime saudita. Esse sono accusate di organizzare proteste anti-governative.
La gente è arrestata a caso dalla polizia saudita, solo sulla base di un’apparenza sospetta, ed è tenuta dietro le sbarre per anni, senza imputazioni.
Secondo Human Rights Watch, il regime saudita, “sistematicamente reprime l’espressione critica al governo”.
Il 13 agosto, il ministro della Difesa svedese Karin Enstrom, ha criticato Riyadh per le violazioni dei diritti umani, descrivendo l’Arabia Saudita come “un regime autoritario e una monarchia assoluta dove vengono commessi gravi reati contro i diritti umani”.
Da febbraio del 2011, i manifestanti stanno organizzando numerose proteste in Arabia Saudita, soprattutto a Qatif e Awamiyah, nella Provincia orientale, chiedendo il rilascio di tutti i prigionieri politici, la libertà di espressione e di riunione, e la fine delle diffuse discriminazioni contro i musulmani sciiti.