Le forze israeliane arrestano 31 palestinesi in un raid di massa a Nablus

article-2234343-1613AC5F000005DC-700_964x658Nablus – Ma’an. Nella notte fra martedì e mercoledì, a Nablus, le forze israeliane hanno arrestato 31 palestinesi, inclusi 20 affiliati di Hamas e numerosi ex prigionieri.

Le fonti di sicurezza palestinesi hanno riferito a Ma’an che oltre 50 veicoli militari israeliani hanno fatto un’incursione a Nablus circa alle 2:00 senza informare l’Autorità Palestinese fino a quando non erano già entrati nella città.

Una portavoce israeliana ha riferito a Ma’an che è stata eseguita un’operazione congiunta fra l’esercito, la polizia di frontiera e l’agenzia di sicurezza israeliana (conosciuta anche come Shin Bet). Ha riportato 29 arrestati, affermando che erano tutti operativi e funzionari affiliati ad Hamas.

Fonti locali hanno aggiunto che le forze israeliane hanno fatto incursioni nel campo profughi di Balata, nell’area al-Namsawi, in Asira Street, nella Città Vecchia e in altri quartieri attraverso la città.

Testimoni hanno inoltre raccontato a Ma’an che decine di soldati israeliani hanno fatto un’incursione nella casa del 32enne Abdullah al-Aker, perquisendola per tre ore e confiscando 40mila shekel (10.078 dollari), computer e cellulari.

Fra i detenuti sono stati identificati: Said Dweikat, Nidal Abu Rmeileh, Wajih Abu Eida, Abdullah al-Aker, Hussam al-Bustami, il giornalista Amin Abu Wardeh, Omar Abd al-Wahhab, Amjad Abu Ghosh, Muhammad Sawalmeh, Zahi Abu Eida, Samih Eleiwi, Youssef Marshud, Abu Hamzeh al-Jurf, Ziad Mreish, Amjad Zamel, Sami al-Assi, Anan Futouh, Saad Khudrieh, Mona Abu Bakr al-Sayeh, Ahmad Sawalha, Omar Abd al-Wahhab, Omar Issa Atallah, Abu Hamzeh al-Jurf, Ghassan Abu al-Baraa, Fares e Ghanem Sawalmeh, Sheikh Bassem Abu Juneid e Jasser Abu Hamada.

Per la maggior parte si trattava di ex prigionieri.

La riportata mancanza di comunicazione da parte delle forze israeliane alla sicurezza palestinese prima del raid segna una violazione delle politiche riconosciute internazionalmente a riguardo dell’autonomia palestinesi nella Cisgiordania occupata.

L’entrata di Israele nell’Area A – circa il 20% della Cisgiordania, che tecnicamente è sotto il pieno controllo palestinese come risultato degli Accordi di Oslo – può avvenire solo in coordinamento con l’Autorità Palestinese.

Episodi di incursioni illegali da parte di Israele si verificano abitualmente. Secondo il sito news ebraico e inglese Haaretz, le forze israeliane effettuano una media di 75 raid a settimana in quartieri e villaggi della Cisgiordania palestinese.

La seconda settimana di aprile le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato oltre 40 palestinesi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est per “attività illegali”.

La maggioranza delle organizzazioni politiche palestinesi sono considerate illegali da Israele, incluse quelle che compongono l’Olp, e, secondo l’Associazione per il Supporto del Prigionieri e dei Diritti Umani Addameer, l’affiliazione con questi partiti è spesso usata come motivo di reclusione.

Stando alla Società del Prigioniero Palestinese, a partire dal 1° aprile ci sono stati 6mila prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, fra cui 200 bambini, 23 donne, 450 detenuti amministrativi e 14 membri del consiglio legislativo.