Le forze israeliane demoliscono 4 abitazioni palestinesi costruite senza permessi

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Hebron-Ma’an. Lunedì le forze israeliane hanno demolito quattro abitazioni nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, che, a loro dire, sarebbero state costruite senza i necessari permessi. Questa è solo l’ultima di un’ondata di demolizioni che hanno lasciato senza casa centinaia di persone dall’inizio dell’anno.

Nel villaggio di Surif, a nord di Hebron, l’esercito ha abbattuto un’abitazione di 170 metri quadrati appartenente ad Azzam Mahmoud Gheimat, il quale viveva con il fratello e la sua famiglia.

In una dichiarazione rilasciata a Ma’an, Gheimat si è detto scioccato nell’apprendere che lunedì mattina i bulldozer israeliani scortati dall’esercito stavano arrivando nei pressi della propria abitazione.

I soldati hanno impedito alla famiglia di portare fuori qualunque oggetto dalla casa mentre il funzionario non ha dato loro nemmeno l’opportunità di appellarsi contro tale decisione dell’autorità israeliana.

“Ci ha detto che l’ordine è stato emesso il 28 ottobre 2015, ma noi eravamo totalmente all’oscuro di questa decisione”.

Inoltre durante la demolizione è scoppiata una colluttazione durante la quale i soldati hanno assalito sua moglie, oltre ad alcuni vicini.

Nel frattempo, nella comunità di Khirbet al-Marajim, ad ovest del villaggio di Duma, le forze israeliane hanno riferito di aver demolito due abitazioni appartenenti a Jamal al-Taweel e Hisham al-Jabrawi.

Ghassan Daghlas, che monitora gli stanziamenti a nord della Cisgiordania, ha confermato che le demolizioni vengono effettuate senza avvisi preventivi e che gli israeliani hanno isolato l’area adibendola a zona militare.

A Gerusalemme Est l’esercito di Israele ha demolito un’abitazione di 120 metri quadrati, anche in questo caso ritenuta essere stata costruita senza apposite autorizzazioni, mentre i dintorni di Jabal al-Mukabbir sono stati presi d’assalto portando alla demolizione dell’abitazione di Abed al-Basit Abu Rmeila, costruita cinque mesi fa e abitata dai sei membri della famiglia.

Nella mattinata di lunedì altre tre case sono state abbattute nel villaggio di Qabatiya, a sud di Jenin, come ripercussione per un attacco armato da parte di tre giovani, poi colpiti a morte, nei confronti dei soldati israeliani avvenuto a febbraio a Gerusalemme.

Secondo le Nazioni Unite si tratta della più estesa campagna di demolizioni in Cisgiordania negli ultimi sette anni che ha lasciato senza casa fino ad ora più di 650 palestinesi in meno di tre mesi, di cui più della metà sono bambini.

Traduzione di Lorenzo D’Orazio