Gerusalemme-Ma’an. Lunedì le forze israeliane hanno demolito un edificio a Beit Hanina, quartiere di Gerusalemme Est. Si tratta della seconda demolizione di edifici palestinesi nella stessa giornata.
Le truppe israeliane hanno scortato le ruspe fino al quartiere e hanno circondato un complesso abitativo composto da tre appartamenti di proprietà delle famiglie Disouqi e Najm.
L’avvocato Khaldoun Najm, proprietario di uno degli appartamenti, ha dichiarato a Ma’an che otto persone, tra cui tre bambini, che occupavano ciascuno dei tre appartamenti di 120 metri quadrati dal mese di aprile, sono rimaste senza casa.
Inoltre Najm denuncia che non è stata recapitata alcuna notifica preventiva di demolizione, aggiungendo che Israele ha ordinato solo domenica l’abbattimento delle case.
Le ruspe hanno demolito gli edifici insieme a tutti gli averi delle famiglie rimasti all’interno delle abitazioni.
La demolizione ha inoltre comportato l’interruzione dell’erogazione di acqua ed elettricità per alcune altre case dello stesso quartiere.
In precedenza era stata messa in atto anche un’altra demolizione ai danni di un’abitazione palestinese in un altro quartiere di Gerusalemme Est, Jabal al-Mukkabir. Secondo i residenti della zona, il pretesto che ha portato a tale decisione sarebbe l’ipotetica mancanza di un regolare permesso di costruzione dell’edificio.
Sami Idreis, proprietario dello stabile, ha dichiarato a Ma’an che le milizie israeliane hanno fatto irruzione nella zona di Khallat al-Abed, nel quartiere di Jabal al-Mukkabir, circondando l’edificio e costringendo le famiglie a lasciare le proprie case sotto la minaccia delle armi.
Secondo quanto riportato dall’organizzazione israeliana B’Tselem per i diritti umani, a partire da settembre 29 abitazioni palestinesi sono state demolite a Gerusalemme Est, lasciando senza dimora 29 persone.
In totale quasi 579 abitazioni sono state distrutte nel corso degli ultimi dodici anni, lasciando 2133 sfollati palestinesi.
Traduzione di Lorenzo D’Orazio