Le forze israeliane feriscono 12 palestinesi a Beita e Kafr Qaddum. 19 gli asfissiati da lacrimogeni

Cisgiordania. Venerdì, 12 palestinesi, compreso un bambino, sono stati feriti dall’esercito di occupazione israeliano durante scontri (*) nelle cittadine di Beita e Kafr Qaddum, nella Cisgiordania occupata, secondo quanto riferito dalla Mezzaluna Rossa Palestinese (RPC).

I soldati di occupazione israeliani hanno sparato proiettili letali, proiettili di metallo ricoperti di gomma e granate assordanti contro i manifestanti a Beita, ferendo 11 di loro. Sono stati segnalati altri 19 casi di soffocamento da gas lacrimogeni.

Altri quattro manifestanti hanno riportato ferite dopo essere caduti a terra mentre venivano inseguiti dai soldati.

Nel frattempo, un bambino di 11 anni è stato ferito da proiettili di acciaio ricoperti di gomma durante la protesta settimanale a Kafr Qaddum, nella provincia di Qalqilia.

Da quasi cinque mesi, i palestinesi di Beita e dei villaggi vicini organizzano proteste quasi quotidiane contro la costruzione, da parte di Israele, di un avamposto di insediamento illegale, Evaytar, sul monte Jabal Sabih, adiacente al villaggio.

Diversi manifestanti palestinesi sono stati uccisi e decine feriti dalle forze di occupazione israeliane durante gli scontri ricorrenti negli ultimi cinque mesi.

A luglio, i coloni israeliani hanno lasciato l’avamposto illegale in virtù di un accordo con il governo israeliano che consentirà all’avamposto di rimanere intatto e sotto la supervisione permanente dell’esercito di occupazione israeliano, nonostante la sua costruzione non autorizzata.

Prima di partire, decine di famiglie sioniste che vi si erano stabilite hanno issato una Stella di David di ferro alta 13 metri di fronte al vicino villaggio palestinese di Beita, con la frase “Torneremo” incisa accanto.

(Fonti: Wafa, PIC e MEMO).

(*) Nel linguaggio militare, gli scontri avvengono tra eserciti o gruppi armati di pari forze. Tra Tsahal, l’esercito israeliano, e la Resistenza o i gruppi di giovani palestinesi che rispondono alle aggressioni dell’occupante israeliano non c’è parità di forze. Pertanto, riportiamo tra virgolette il termine scontri/scontro, per non indurre i lettori meno informati a pensare che in Palestina sia in atto un conflitto/guerra tra attori con eserciti, armamenti e forze paritarie.