Le forze saudite arrestano donne e bambini

PressTvSi rafforza il giro di vite contro le manifestazioni dell’opposizione in Arabia Saudita: le forze di sicurezza arrestano decine di donne e almeno cinque bambini.

Secondo attivisti dei diritti umani, le donne e i bambini imprigionati sabato 9 febbraio, dopo le manifestazioni contro il governo, sono stati trattenuti in due città saudite, Riyadh e Buraidah. E’ quanto è stato trasmesso dalla CNN domenica.

Gli attivisti sostengono che le donne e i bambini stavano chiedendo alle autorità la liberazione dei parenti trattenuti da anni senza accesso ad avvocati o a un processo.
Mohammed Al-Qahtani, un importante attivista saudita, ha spiegato che i manifestanti erano “parenti di prigionieri politici: “Essi chiedevano alle autorità che i prigionieri venissero giudicati in tribunale o liberati”, prosegue Al-Qahtani.

In Arabia Saudita ci sono più di 30.000 prigionieri politici, secondo gli attivisti.

Nell’ottobre 2012, Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità saudite perché frenino l’uso di forza eccessiva contro i manifestanti pro-democrazia.

“Le autorità saudite devono cessare i ripetuti tentativi di repressione nei confronti di chi cerca di protestare contro l’uso dilagante della detenzione arbitraria nel paese”, ha affermato il 16 ottobre Philip Luther, direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nordafrica.

E ha aggiunto: “Il diritto della gente a manifestare pacificamente deve essere rispettato e le forze di sicurezza devono evitare di trattenere o di usare forza eccessiva contro chi esercita tale diritto.”

Da febbraio 2011 ci sono state svariate manifestazioni nella provincia orientale dell’Arabia Saudita, dove i manifestanti chiedono una riforma politica.

Le proteste contro il governo si sono intensificate da novembre 2011, quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro i manifestanti a Qatif, uccidendo cinque persone e causando decine di feriti.

Traduzione per InfoPal a cura di Viola Migliori