Le inondazioni egiziane spazzano via il commercio dai tunnel di Gaza

Gaza – Reuters. Di Nidal al-Mughrabi. La politica dell’Egitto di far cessare ogni attività di contrabbando nei tunnel, che corrono sotto i confini con la Striscia di Gaza, rischia di gettare nella disoccupazione migliaia di persone del territorio costiero amministrato da Hamas.

La rete di tunnel è vitale per Gaza, facendo entrare circa il 30% di tutte le merci che raggiungono l’enclave e aggirando il blocco imposto da Israele e Egitto da oltre 7 anni.
Anche le armi sono contrabbandate e si ritiene che almeno 10 mila palestinesi lavorino nel business del tunnel.

Abu Bilal, uno che negli ultimi quattro anni ha trasportato cemento e ghiaia attraverso le gallerie, dice che l’Egitto ne ha allagati a dozzine nelle ultime 2 settimane. Ogni volta che gli operai liberano i tunnel dall’acqua, racconta, le forze di sicurezza egiziane riaprono i rubinetti.

“Molti dei miei colleghi ed io temiamo di perdere i nostri lavori se loro continuano a fare così”, afferma Abu Bilal, 30 anni.
Guadagna 50 shekels (14 dollari) al giorno, Abu Bilal dice che a causa degli allagamenti ha lavorato solo due giorni nelle ultime due settimane.
“Noi abbiamo un doppio timore: morire per un’inondazione improvvisa o morire di fame se perdiamo i nostri lavori a causa delle misure repressive egiziane”, aggiunge Abu Bilal.

Se perdesse il suo lavoro nei tunnel, le sue possibilità di trovare un altro lavoro nella Striscia di Gaza, dove gli economisti affermano che la disoccupazione sia oltre il 30%, sarebbero davvero poche.

Citando le preoccupazioni per queste misure repressive, il Cairo si giustifica dicendo che alcuni degli uomini armati che lo scorso agosto uccisero 16 soldati egiziani lungo il confine di Gaza, sarebbero entrati in Egitto attraverso i tunnel, un’accusa negata dai palestinesi.

La mossa ha sorpreso e irritato Hamas, che, dopo l’elezione dello scorso anno del presidente Egiziano Mohammed Mursi, un islamista, aveva sperato in legami molto migliori con l’Egitto.

Morte nei sotterranei

Il lavoro nei tunnel è un business pericoloso. A gennaio sono morte sei persone per un crollo, facendo salire a 233, dal 2007 il numero di lavoratori morti, secondo quanto riferiscono le associazioni di diritti umani di Gaza. La cifra include 20 persone uccise nella rete dei tunnel da attacchi aerei israeliani.

Hussam Haweyla ricorda il giorno di tre anni fa, in cui il tunnel che stava scavando divenne una trappola mortale. Gli operai sentirono un’esplosione prima che acqua sporca inondasse il tunnel. “Le luci si spensero e il tunnel divenne buio, freddo, maleodorante e terrificante”, racconta Haweyla, che ha contrabbandato nella Striscia di Gaza diverse cose, da biscotti a bollitori.

I suoi colleghi corsero fuori dal tunnel per salvarsi ma lui si fermò per controllare un amico che era ad un livello più profondo.
“Io camminai verso di lui e mi ricordo che toccai la sua mano. Dopo non so cosa successe. Mi svegliai 5 giorni dopo in ospedale”, dice Haweyla, 31 anni, residente nel campo profughi di Jabalia nel nord della Striscia di Gaza.

“Il mio amico morì”, aggiunge Haweyla, che smise di lavorare nei tunnel dopo quell’incidente.
Il numero dei tunnel è oggi stimato intorno ai 1000 di 3000 che erano nel 2007 quando Israele ha imposto il blocco della zona.

Spinto dalla pressione internazionale, Israele ha ridotto l’embargo nel 2010 e il flusso di merci attraverso i tunnel è rallentato poiché la quantità delle merci che si spostano via terra è cresciuta.

Non lontano dai confini egiziani, Ola Khader, madre di 8 figli, ricorda il giorno dello scorso mese, quando suo marito andò a lavorare in un tunnel e non tornò più a casa. La pioggia allagò il tunnel e l’uomo morì annegato.
“Non c’era niente a casa, né cibo né gas per cucinare, cosi egli dovette andare a lavorare nonostante la tempesta”.

Khader racconta mentre siede su un materasso sul pavimento della sua casa di due stanze.

I proprietari dei tunnel pagano dai 10 mila ai 12 mila dollari alle famiglie degli operai morti sul lavoro. La compensazione è stabilita dall’agenzia dei tunnel del governo di Hamas che supervisiona il lavoro alla frontiera.

Nel tentativo di proteggere gli operai dai crolli dei tunnel, diversi proprietari hanno iniziato a costruire corridoi di cemento  interrati. Ma non è chiaro se questo rinforzo possa restare in piedi se sottoposto ai bombardamenti israeliani.

“I tunnel sono infestati da fantasmi. Senti come se qualcuno ti stesse parlando – chiamando il tuo nome nel buio”, dice Ayesh Srour, 21 anni, che ha perso un fratello nel crollo del 2010 prima di decidere di licenziarsi.

Traduzione per InfoPal a cura di Diana Farina