Le IOF manterranno una presenza a lungo termine in Siria con il sostegno di Trump, afferma il Jerusalem Post

Damasco – Al-Mayadeen. L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sosterrà il mantenimento di una “zona cuscinetto” in Siria da parte dell’esercito israeliano per il prossimo futuro, ha riferito giovedì il Jerusalem Post.

Mentre l’Unione Europea e le Nazioni Unite hanno compiuto progressi sostanziali verso la normalizzazione delle relazioni con il nuovo regime siriano, guidato da Ahmad al-Sharaa – culminati in un importante vertice a Parigi, giovedì – “Israele” rimane fiducioso che Washington comprenda le sue preoccupazioni che la nuova leadership siriana possa essere un “lupo travestito da pecora”, ha indicato il rapporto.

Il sito web israeliano ha rivelato che anche se l’UE e l’ONU aumenteranno le pressioni su “Israele” per ritirarsi dal territorio siriano nei prossimi mesi, è probabile che l’esercito israeliano rimanga nella “zona cuscinetto” per un periodo prolungato, finché manterrà il sostegno dell’amministrazione Trump.

Ha aggiunto che con il presidente siriano ad interim al-Sharaa che si astiene dall’impegnarsi per le elezioni per almeno quattro anni, “Israele” sostiene che la vera natura del suo regime potrebbe non diventare evidente nemmeno entro la fine del 2025.

Sebbene Trump abbia espresso il desiderio di disimpegnarsi dalla Siria e di ritirare le restanti forze statunitensi, il Jerusalem Post ha citato funzionari israeliani che ritengono che ciò non influisca sul suo continuo sostegno alla presenza di “Israele” nella zona cuscinetto.

Fino a poco tempo fa, “Israele” aveva dovuto affrontare crescenti pressioni per prendere in considerazione il ritiro dalla “zona cuscinetto”, soprattutto alla luce delle ripetute assicurazioni pubbliche di al-Sharaa sul mantenimento dell’armistizio del 1974 tra Siria e “Israele” e dei suoi passi tangibili verso la reintegrazione con l’Occidente.

Tuttavia, il Jerusalem Post ha sottolineato che nuove rivelazioni indicano che il sostegno dell’amministrazione Trump alla posizione di “Israele” in Siria rimane incrollabile, anche due mesi dopo l’istituzione della “zona cuscinetto” l’8 dicembre.

Presenza israeliana a Jenin, in Libano.

Nel frattempo, il sito web di notizie israeliano ha citato fonti informate secondo cui l’esercito di occupazione israeliano dovrebbe rimanere a Jenin per diversi mesi oltre la conclusione dell’attuale offensiva nell’area.

Le fonti hanno sottolineato che la situazione a Jenin e nella Cisgiordania settentrionale non tornerà allo stato precedente, poiché le truppe israeliane manterranno una presenza continua anche dopo la conclusione delle operazioni militari attive, un cambiamento nell’approccio alla sicurezza di “Israele” in Cisgiordania.

Secondo il rapporto, questo segna un allontanamento dalle precedenti operazioni su larga scala a Jenin nel luglio 2023 e nell’agosto 2024, dopo le quali le forze israeliane si sono completamente ritirate.

Per quanto riguarda il Libano, le fonti hanno confermato che l’esercito israeliano manterrà il controllo di cinque posizioni chiave, anche oltre la scadenza del 18 febbraio per il ritiro dal Libano meridionale.

Interrogate sull’efficacia di queste posizioni nell’impedire il ritorno di Hezbollah nel sud, le fonti hanno indicato che l’esercito israeliano lancerà attacchi immediati in risposta a qualsiasi presunta violazione lungo il lato libanese del confine.

In un’intervista telefonica per Bloomberg, il ministro israeliano per gli Affari strategici Ron Dermer, che è uno dei più stretti confidenti del primo ministro Benjamin Netanyahu, ha rifiutato di dire per quanto tempo queste posizioni saranno mantenute, ma ha segnalato che le truppe israeliane non saranno rimosse nel breve termine.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.