Le manovre della Cia in Palestina: recrutamento di giornalisti ‘embedded’ e finanziamenti a Fatah e a altri partiti in funzione anti-Hamas.

Da www.palestine-info.co.uk

I nazionalisti palestinesi e i leader islamici hanno denunciato con forza i tentativi della Cia e servizi stranieri ad essa affiliati di recrutare giornalisti, politici e gruppi palestinesi per lavorare contro Hamas.

Venerdì, le agenzie di informazione occidentali hanno scritto che gli Usa hanno iniziato una campagna, che costerà circa 42 milioni di dollari, per sostenere gli oppositori politici di Hamas alle prossime eventuali elezioni. Il piano comprende anche il finanziamento del gruppo di Fatah, attraverso l’addestramento militare e "consigli strategici" a politici e partiti che si oppongono a Hamas.

Alcuni fondi andranno a giornalisti, a stazioni radio e tv che siano d’accordo di lavorare contro Hamas rappresentando il movimento islamico in modo negativo.

“Stanno cercando di comprare qualche mercenario politico qua e là – ha dichiarato Ibrahim Suleiman , il portavoce di Hamas nel distretto di Hebron -, ma io posso assicurare loro che il nostro popolo non è stupido né naïve. Gli agenti Usa, come quelli israeliani, saranno scacciati via".

E ha aggiunto: “Gli agenti e i collaboratori dell’America sono scaricati da tutti, nel mondo: perché dovrebbero trovare terreno fertile in Palestina? I palestinesi hanno dimenticato ciò che gli Usa stanno facendo a loro?”.

Dirigenti Usa hanno confermato l’esistenza di "programmi di aiuto".

Un’affermazione del Console generale statunitense a Gerusalemme, Jacob Walles, è stata citata dalla Reuters : "Qui non c’è nulla di nuovo. Gli Stati Uniti hanno attivato programmi nella West Bank e nella Striscia di Gaza per anni, per promuovere lo sviluppo di partiti politici e organizzazioni della società civile”.

All’inizio di quest’anno era stata riportata la notizia secondo cui gli Usa avevano pagato diversi milioni di dollari per finanziare la campagna elettorale di molti membri di Fatah e di altri candidati.

L’affaire, noto in tutti i territori palestinesi, ha prodotto reazioni imbarazzate tra i candidati coinvolti, e alcuni osservatori ritengono che questo abbia anche contribuito alla vittoria di Hamas.

Questa settimana, l’Istituto Nazionale Democratico con base negli Stati Uniti, legato al Dipartimento di Stato, ha intrattenuto colloqui con leader di Fatah e di alcuni partiti non musulmani su come "migliorare la campagna elettorale in vista di nuove elezioni". Tra i  consigli elargiti sembra ci sia il tentativo di emulare la tattica di Hamas presentando nelle liste pochi candidati per ogni distretto e inviando donne in abiti islamici a far propaganda elettorale di casa in casa, soprattutto tra le famiglie conservatrici.

Fa parte della strategia Usa anche il rafforzamento del presidente Mahmoud Abbas, non solo contro Hamas ma anche contro i suoi oppositori dentro Fatah – compreso Farouq al-Qaddumi, leader del movimento in Tunisia.

Qaddumi è fermamente contrario alla dissoluzione del governo Hamas, e ha nettamente condannato le azioni di attacco di attivisti di Fatah contro istituzioni governative.

Le Guardie presidenziali di Abbas hanno già ricevuto forniture consistenti di armi leggere e di munizioni – il tutto, in coordinamento con Israele.

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