Le minacce di Israele: sono pronti piani per Gaza dopo la fine della tregua.

 


Tel Aviv – Infopal. Il giornale ebraico “Maariv” ha riferito che l’esercito israeliano ha già pronti i piani per ogni situazione che potrà nascere alla fine della tregua: la più “leggera” porterà all’uccisione di 800 palestinesi innocenti.

In un articolo pubblicato mercoledì 17 dicembre, Maariv scrive: “L’esercito ha iniziato a scaldare i motori dei suoi carrarmati, ma chi deve dare gli ordini non conosce né il tipo di attacco né la strategia dell’operazione”. E ha aggiunto che gli alti comandi di Tsahal, da due anni, hanno preparato piani per ogni eventualità e attacchi contro tutti gli obiettivi possibili.

Maariv sostiene che il ritardo nell’esecuzione delle operazioni contro Gaza nasce da motivi “tattici” e si domanda: “Cosa vogliamo? Fermare i missili al-Qassam? Questo obiettivo implica la rioccupazione delle zone di lancio dei razzi, nel nord della Striscia, e massicci attacchi aerei contro le piattaforme di lancio, situate all’interno di quartieri sovraffollati“.


Il giornale spiega che, nel caso di attacco, l’esercito prevede l’uccisione di almeno 800 palestinesi innocenti.

E ha aggiunto: “Vogliamo fermare il contrabbando dall’Egitto e fare ‘pressioni’ sull’area nella quale si pensa che il soldato israeliano Gilad Shalit si trova? Questo significa concentrare le operazioni militari a sud della Striscia e rioccupare la zona di Filadelfia. Forse, come ha ripetuto il ministro degli Esteri, l’obiettivo dell’operazione è far cadere Hamas. Ciò implica la divisione della Striscia in tre aree isolate tra loro“.


Secondo Maariv: “Hamas risponderà. La sua potenza missilistica può raggiungere Ashdod, Kiryat Malakhi. Le sue tattiche si basano sull’esperienza di Hezbollah: lanciare pochi missili ma in continuazione, per far entrare Israele in un ciclo di frustrazione nei confronti delle operazioni dei suoi soldati”. E ha previsto che il lancio dei missili contro le colonie israeliane proseguirà, anche se Israele dovesse rioccupare il nord o il sud della Striscia di Gaza.

Hamas cadrà?

Secondo il quotidiano israeliano, i dirigenti dell’esercito si domandano: “Cosa guadagnamo se le città della Cisgiordania cadono in mano a Hamas? E chi ci garantisce che Hamas verrà distrutta se uccidiamo i suoi leader?”.

L’articolo di Maariv manifesta meraviglia per l’invito di uno dei capi dell’esercito israeliano a uccidere due dirigenti di Hamas al giorno: “Sembra che questo ufficiale abbia in mano una statistica sull’importanza del taglio delle teste”.


Il pezzo termina con queste considerazioni: “Se la classe politica non chiarisce con precisione cosa vuole, tutti i piani già pronti rimarranno nel cassetto, e non ci sarà alcuna operazione contro Gaza”.

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