
Washington – The Cradle. Il comandante della nave da guerra USS Carney di Washington e altri membri dell’equipaggio hanno descritto alla CBS News in un’intervista del 30 giugno la loro esperienza nell’affrontare gli attacchi yemeniti contro il sud di Israele durante l’inizio della guerra a Gaza.
“Abbiamo iniziato a ricevere indicazioni che forse c’era un qualche tipo di attacco proveniente da sud verso Israele”, ha dichiarato uno dei tenenti, Dennis Morral.
“Credo che siano stati lanciati da 25 a 35 UAV e missili da crociera per l’attacco al suolo, alcuni dei quali erano diretti verso il Mar Rosso. Abbiamo intercettato il primo UAV d’attacco unidirezionale sul nostro sistema a circa 60 o 70 miglia da noi”, ha detto il comandante Jeremy Robertson.
La USS Carney ha intercettato diversi missili e droni che sono entrati nel suo raggio d’azione. La CBS News descrive le intercettazioni come “i primi colpi statunitensi sparati in difesa di Israele”.
“Non si sa se siano arrivati o meno in Israele, ma di certo erano molto lontani da casa, e sicuramente erano molti”, ha aggiunto Robertson.
Alla domanda se una nave da guerra della Marina statunitense avesse mai combattuto una battaglia come questa, il comandante ha risposto: “Non dalla Seconda Guerra Mondiale. È passato molto tempo”.
“Stai guardando qualcosa che ti viene incontro a Mach 5, Mach 6. Gli osservatori hanno dai 15 ai 30 secondi per agganciarlo”, ha spiegato Robertson, riferendosi alla velocità con cui sono stati lanciati i proiettili yemeniti.
Ha aggiunto che sono stati lanciati missili da milioni di dollari per intercettare droni da poche migliaia di dollari ciascuno.
“Quando la Carney è tornata a casa [a maggio, dopo un viaggio di sette mesi], il Mar Rosso non era ancora sicuro”, ha scritto CBS News.
Le forze armate del governo yemenita di Sana’a hanno lanciato il primo attacco contro Israele il 19 ottobre, undici giorni dopo l’operazione “Ciclone di al-Aqsa” del 7 ottobre. Diversi missili da crociera e droni yemeniti sono stati lanciati verso Israele ed il Dipartimento della Difesa statunitense aveva dichiarato all’epoca di aver intercettato otto droni e tre missili.
Il secondo attacco yemenita è stato lanciato il 27 ottobre ed il terzo il 31 ottobre. L’esercito yemenita ha rilasciato la sua prima dichiarazione ufficiale dopo il terzo attacco.
“Le nostre forze armate hanno lanciato una grande partita di missili balistici e alati e un gran numero di droni contro diversi obiettivi del nemico israeliano nei territori occupati. Le Forze armate yemenite confermano che questa operazione è la terza a sostegno dei nostri fratelli oppressi in Palestina e che continueranno ad effettuare altri attacchi qualitativi con missili e droni fino a quando l’aggressione israeliana non cesserà”, avevano dichiarato le forze di Sana’a.
Il 19 novembre, l’esercito yemenita aveva lanciato numerosi attacchi con droni e missili contro la città portuale di Eilat, nel sud del Paese, e aveva sequestrato una nave legata a Israele, la Galaxy Leader, segnando l’inizio del blocco yemenita contro le navi legate a Israele o dirette verso Israele nel Mar Rosso e nel Mar Arabico.
La stessa USS Carney è stata presa di mira da un missile balistico yemenita a fine gennaio. Washington ha dichiarato di essere riuscita ad intercettarlo. Gli yemeniti hanno iniziato ad attaccare le navi statunitensi quel mese in risposta alla violenta campagna di attacchi aerei statunitensi e britannici sullo Yemen, iniziata a metà gennaio.
Da allora, l’esercito yemenita ha esteso le sue operazioni nel Golfo di Aden, nell’Oceano Indiano e, più recentemente, nel Mar Mediterraneo, dove ha condotto diverse operazioni congiunte con la Resistenza islamica dell’Iraq (IRI).
“Questo è il combattimento più duraturo che la Marina statunitense abbia mai visto dalla Seconda Guerra Mondiale – senza alcun dubbio”, ha dichiarato la scorsa settimana l’ex-sommergibilista della Marina statunitense Bryan Clark.
Traduzione per InfoPal di F.H.L.