Le Nazioni Unite devono intervenire contro Israele

PressTv. Un avvocato internazionale ha spiegato come l’impedimento all’entrata degli aiuti per la Striscia di Gaza da parte israeliana rappresenti una violazione delle leggi umanitarie, auspicando l’intervento delle Nazioni Unite e della comunità internazionale nei confronti di Tel Aviv.

Franklin Lam ha infatti dichiarato: “La pratica di tenere la popolazione di Gaza sotto pressione costringendola alla fame costituisce una violazione delle leggi umanitarie internazionali”. E ha aggiunto: “Tel Aviv non ha alcun diritto di affamare la popolazione di Gaza, mettendone a dura prova la sopravvivenza. E’ questo un ambito in cui vige la responsabilità internazionale”.

L’analista ha inoltre sottolineato la necessita che le Nazioni Unite e la comunità internazionale prendano posizione nei confronti di Israele al fine di diminuire la pressione gravante su Gaza.

Nella giornata di martedì 18 marzo, Jeffrey Feltman, assistente del segretario generale alle questioni politiche delle Nazioni Unite, ha dichiarato che Israele ha impedito l’ingresso a Gaza di aiuti umanitari per un valore di 110 milioni di dollari aggiungendo che i palestinesi residenti nella Striscia assediata vivono in condizioni di estrema difficoltà e che per l’ONU, a causa del blocco israeliano agli aiuti in ingresso, la possibilità di fornire supporto alla popolazione di Gaza si sta compromettendo sempre più.

Giovedì Richard Falk, relatore speciale ONU per i Diritti Umani nei territori occupati, ha dichiarato che la Striscia di Gaza viene mantenuta in “condizioni disperate” e che la situazione non fa che peggiorare.

Il governo israeliano, nel giugno del 2007, hanno dato inizio al blocco terrestre, aereo e marittimo della città di Gaza. Tale blocco esercita un’influenza devastante sulle condizioni di vita e sull’economia dell’area, tramutandola di fatto nel più grande carcere a cielo aperto del mondo.

Traduzione di Giuliano Stefanoni