Le Nazioni Unite premono su Israele per i detenuti palestinesi in sciopero della fame

Nazioni Unite–Stati Uniti (AFP). Nella giornata di venerdì 6 giugno, il presidente delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione riguardo al peggioramento dello stato di salute dei prigionieri palestinesi in sciopero della fame, esortando Israele a presentare un’accusa o rilasciarli immediatamente.

Sono 125 i prigionieri palestinesi che da più di sei settimane sono in sciopero della fame. Gran parte di essi è composta da detenuti amministrativi che protestano per essere trattenuti sine die senza un regolare processo.

“Destano preoccupazione i rapporti sulle critiche condizioni di salute dei prigionieri palestinesi arrestati con detenzione amministrativa e in sciopero della fame da oltre un mese”, ha dichiarato Stephane Ducartici, portavoce di Ban Ki-moon, nella giornata di venerdì.

“Egli ribadisce la sua ferma posizione sostenendo che i detenuti amministrativi dovrebbero essere accusati o rilasciati immediatamente”.

A preoccupare l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, aggiunge il portavoce, è anche il disegno di legge in discussione al Parlamento israeliano che prevede l’alimentazione forzata e le cure mediche per i prigionieri in sciopero, a dispetto della loro volontà, contravvenendo in tal modo agli standard internazionali.

Tra i dissidenti vi sono anche sei parlamentari del Consiglio legislativo palestinese, tutti detenuti amministrativi secondo i gruppi di attivisti israeliani e palestinesi.

Sono in tutto 290 i palestinesi in sciopero della fame, inclusi i 70 trasferiti in ospedale, secondo quanto affermato dal Servizio carcerario israeliano.

Le carceri israeliane trattengono circa 5000 palestinesi, di cui 200 in detenzione amministrativa, imprigionati senza un regolare processo fino a un periodo di sei mesi.

Gli ordini di detenzione amministrativa possono essere rinnovati indefinitamente da un tribunale militare.

Traduzione di Patrizia Stellato