Le 'proiezioni' di Shaul Mofaz: 'E' inevitabile un attacco militare su vasta scala contro la Striscia di Gaza. I palestinesi non mantengono mai le promesse'.

Il ministro dei trasporti israeliano, Shaul Mofaz, oggi ha che affermato che è in programma un attacco militare israeliano contro la Striscia di Gaza e che "non ci sarà mai una soluzione duratura con i palestinesi".

Fonti di informazione israeliane hanno riportato quanto dichiarato da Mofaz: "Verrà il giorno in cui Fatah e Hamas si abbracceranno mentre i razzi ancora cadranno su Sderot e sui kibbutz che confinano con la Striscia di Gaza e il soldato Gilad Shalit sarà ancora prigioniero a Gaza. Oggi è chiaro che prima o poi ci sarà un’operazione militare su vasta scala contro la Striscia di Gaza".

Il vice-premier israeliano Haim Ramon ha proposto un piano di ritiro da alcune aree della Cisgiordania e la divisione di Gerusalemme. A tal riguardo, Mofaz ha commentato: "Gerusalemme non è realmente oggetto di trattative, e nessuno, indifferentemente dalla sua posizione, ha il diritto di dividerla. Dobbiamo sapere che una risoluzione duratura con i palestinesi significa che Israele offre loro concessioni, ma Israele non dovrebbe cercare soluzioni durature con i palestinesi, ora, perché il tempo non è adatto e noi non abbiamo garanzie che i palestinesi si impegneranno a mantenere gli accordi che potrebbero essere siglati".

Ricordiamo che nel 1993, andando contro la volontà di vari partiti e della maggioranza dei palestinesi, la dirigenza dell’Olp firmò con Israele i fallimentari accordi di Oslo, che garantivano allo Stato ebraico grandi diritti e nessun dovere. Approfittando della "pace", i governi israeliani colonizzarono a ritmo accelerato gran parte di ciò che rimaneva della Palestina del ’67, proseguirono i lavori di scavo sotto la moschea di Al-Aqsa, espropriarono e demolirono proprietà palestinesi, per terminare, nel settembre del 2000, con la "passeggiata" provocatoria del falco Ariel Sharon sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme che aprì le porte alla seconda Intifada.

Chi non mantiene gli accordi, evidentemente, è Israele, ma preferisce "proiettare la colpa" sui palestinesi. 

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