Le restrizioni israeliane intorno ad al-Aqsa continuano

unnamedGerusalemme-Ma’an. Giovedì, un gran numero di forze israeliane è rimasto presso tutti i cancelli d’ingresso della moschea di Al-Aqsa per il quarto giorno consecutivo, impedendo l’ingresso a molti Palestinesi, secondo quanto hanno riferito a Ma’an dei testimoni.

Le restrizioni al complesso sono state imposte per un tentativo di programmare quotidianamente la preghiera ebraica, durante la quale ai fedeli musulmani verrà negato l’accesso, hanno detto i residenti.

Decine di donne palestinesi a cui è stato negato l’accesso sono rimaste fuori: era stato detto loro che avrebbero consentito l’accesso alla moschea non prima delle 11 del mattino, perché l’entrata dalle 07:00 alle 11:00 è solo per gli ebrei.

Dei testimoni hanno raccontato a Ma’an che agenti della polizia israeliana hanno alzato delle barricate fuori dai cancelli negando l’ingresso a tutte le donne palestinesi e ai giovani. Gli uomini anziani che sono stati autorizzati ad entrare hanno dovuto lasciare le loro carte di identità agli ufficiali israeliani.

unnamed (1)Nel frattempo, gruppi di ebrei di destra sono stati visti visitare il complesso scortati in forze dagli agenti di polizia israeliani.

La porta del Marocco è stata quasi interamente dedicata all’ingresso di ebrei nel plesso di Al-Aqsa.

Ai dipendenti del ministero palestinese delle Dotazioni religiose, Waqf, è stato chiesto di fornire la prova della loro occupazione, per poter accedere, nonostante siano conosciuti dagli ufficiali israeliani.

Dei testimoni hanno detto che gli agenti della polizia israeliana hanno arrestato la giornalista palestinese Zeina Qatmira mentre era fuori dalla Porta della Catena per documentare le restrizioni israeliane.

Il preside della scuola religiosa di Al-Aqsa, Ihad Sabri, ha dichiarato a Ma’an che gli agenti di polizia israeliana hanno continuato a impedire l’ingresso alle studentesse.

Sono autorizzate ad accedere al complesso solo attraverso le porte di Hatta e della Catena, ha detto, sottolineando che i funzionari israeliani hanno ripetutamente rifiutato il permesso ad alcune ragazze.

I media israeliani hanno riferito lunedi che il ministro israeliano della Sicurezza pubblica, Gilad Erdan, ha invitato il ministro della Difesa, Moshe Yalon, a vietare ad un gruppo organizzato di Palestinesi di entrare nel plesso di Al-Aqsa.

Il gruppo, conosciuto come Al-Aqsa Murabiteen, è composto da volontari che rimangono all’interno del complesso, con l’obiettivo di prevenire le visite dei gruppi ebrei di destra.

Il portavoce del comitato di Al-Aqsa Murabiteen, Yousif Mukhemer, ha dichiarato a Ma’an che crede che il governo giordano, che ha diritto di custodia sul compound di Al-Aqsa, debba intervenire per fermare le azioni di Israele.

Mukhemer ha detto che Israele “ha continuato a violare la giurisdizione del ministero giordano delle Dotazioni”, impedendo la costruzione e la ristrutturazione all’interno del complesso.

Mukhemer ha descritto l’occupazione israeliana come “una grande organizzazione terrorista che difende coloni, estremisti e criminali che violano il diritto al culto, dissacrano e appiccano il fuoco alle moschee e alle chiese”. Ha esortato l’Autorità palestinese, l’OLP, e tutti le altre fazioni palestinesi a “prendere la questione sul serio e a mettere da parte tutte le controversie tra le fazioni”.

Il terzo luogo più santo dell’Islam, il complesso della moschea di Al-Aqsa è anche venerato come luogo più santo dell’ebraismo in quanto si trova dove gli ebrei credono che sorgessero il primo e il secondo tempio.

Traduzione di Edy Meroli