Le ripercussioni ambientali dell’occupazione sionista

Betlemme – Ma'an News

L’Istituto di Ricerche Applicate di Gerusalemme ha pubblicato un rapporto in cui si documentano gli effetti deteriori, a livello ambientale, sia per gli israeliani che per i palestinesi, dell’occupazione sionista della Palestina.

Il rapporto di gennaio è focalizzato sull’impatto delle operazioni militari in Cisgiordania e a Gaza: contaminazione dei terreni agricoli e delle acque potabili dopo l’aggressione dell’inverno 2008-2009.

Viene citato anche il parere dell’ONG britannica Mines Advisory Group, che riferisce di aver ritrovato sul terreno, tra gennaio e giugno del 2009, 120 frammenti di bomba e 31 bombe al fosforo inesplose.

A Gaza, riferisce ancora il rapporto, circa 12.000 ettari di terre agricole sono diventati inservibili, fintantoché non saranno bonificati.

Le ‘colonie’ e le infrastrutture militari in Cisgiordania, inoltre, si appropriano di terreni palestinesi di valore. Nel rapporto si spiega il sistema delle “due strade”, con ampie strade costruite per mettere in comunicazione le ‘colonie’, la cui costruzione, però, implica l’esproprio di terre palestinesi di valore… mentre le strade per i palestinesi sono certamente meno scorrevoli…

“La politica della doppia pianificazione delle strade per gli israeliani e per i palestinesi implica un prezzo molto pesante da pagare e va in direzione diametralmente opposta a pratiche responsabili e sostenibili: in Cisgiordania ci sono 5,2 km di strade ogni 1.000 ab., mentre in Israele ve ne sono 2,6 ogni 1.000 ab.”.
”Questa complessa rete di strade contribuisce, frammentandolo a dismisura, alla rovina dell’ecosistema naturale della Cisgiordania”.

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