Le università statunitensi sospendono studenti e professori che si esprimono contro i soldati israeliani nei loro campus

Washington – MEMO. Le università degli Stati Uniti hanno sospeso studenti e professori che si sono pronunciati contro l’accoglienza dei soldati israeliani che hanno combattuto nella Striscia di Gaza assediata, tra una continua e crescente repressione della libertà di parola all’interno degli istituti di istruzione superiore statunitensi.

Un articolo pubblicato dal quotidiano Guardian ha descritto in dettaglio il caso della 28enne Umaymah Mohammad, una studentessa di medicina palestinese-statunitense che aveva studiato alla Emory University di Atlanta per conseguire sia la laurea in medicina che un dottorato in sociologia.

È diventata attiva nell’organizzazione di proteste pro-Palestina nel campus della Emory dopo che Israele ha lanciato la sua campagna di bombardamenti a Gaza nell’ottobre 2023, condannando l’università e la sua facoltà in un’e-mail nel gennaio 2024 per essere stati “in silenzio sulla pulizia etnica dei palestinesi”.

Mohammad ha poi rivelato in un’intervista con l’agenzia di stampa Democracy Now! che un professore di medicina dell’università era rientrato di recente dal volontariato come medico nell’esercito di occupazione israeliano, affermando di aver “partecipato all’aiuto e al favoreggiamento di un genocidio, all’aiuto e al favoreggiamento della distruzione del sistema sanitario a Gaza e all’omicidio di oltre 400 operatori sanitari, ed è ora tornato alla Emory per il cosiddetto ‘insegnamento’ agli studenti di medicina e ai residenti su come prendersi cura dei pazienti”. Dopo che quel professore l’ha denunciata per aver esposto lui e la sua famiglia ad eventuali ritorsioni, è stata indagata dagli amministratori della facoltà di medicina, che hanno stabilito che aveva violato il codice di condotta della scuola in merito a “professionalità” e “rispetto reciproco” individuando e denigrando un individuo, nonostante non lo avesse nominato nell’intervista.

Ciò è stato poi contrastato dal comitato per l’espressione aperta di Emory, che ha dichiarato in un rapporto che la sua stessa indagine ha scoperto che il contenuto dell’intervista di Mohammad era protetto dalla politica dell’università sulla libertà di espressione e che la facoltà di medicina aveva violato la politica universitaria.

Nonostante ciò, un’udienza a novembre dell’anno scorso ha stabilito che era stata sospesa dalla facoltà di medicina per un anno accademico e che sarebbe stata poi posta in libertà vigilata dal momento del suo ritorno fino alla laurea. Da allora l’università ha confermato quella sospensione, negando il suo appello.

Secondo l’articolo, la tendenza alla sospensione per aver criticato la presenza di ex-militari israeliani in posizioni universitarie si sarebbe persino applicata ai professori stessi, con almeno due docenti universitari statunitensi che sono stati soggetti a tali misure.

Una di queste è Katherine Franke, una professoressa di legge della Columbia University che è stata costretta a lasciare la facoltà a gennaio dopo aver sollevato la questione degli studenti israeliani “appena usciti dal servizio militare […] noti per aggredire studenti palestinesi e di altro tipo nel nostro campus”.

La seconda è la dottoressa Rupa Marya, docente di medicina che è stata bandita dal campus di San Francisco presso l’Università della California per aver pubblicato su X un articolo sulla presenza di ex-soldati israeliani nelle scuole di medicina. “Come integriamo i riservisti [israeliani] nella comunità medica, con studenti [palestinesi] che hanno perso 50 o 60 familiari? Qual è l’obbligo morale della medicina?”, ha chiesto in una precedente intervista al Guardian.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.