Le voci delle bambine palestinesi.

Care tutte e tutti,

 quando ho letto la notizia che vi mando mi si è aperto il cuore e volevo piangere dalla commozione.

 Domenica scorsa, giornata internazionale all’insegna dello slogan Stand up against Poverty! 1716 ragazze e bambine di età comprese tra i cinque e i 15 anni presso la Scuole per ragazze del campo profughi di Shufat, a Gerusalemme, e con loro oltre mezzo milione di voci dei bambini e delle bambine dei campi profughi dell’UNRWA a Gaza, Siria, Giordania e Libano, si sono alzate  per chiedere  con forza ai 189 leader mondiali, che si sono impegnati per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio di mantenere la loro promessa di dimezzare la povertà entro il 2015 e dal profondo dei loro cuori hanno urlato "No alla Povertà!".

Non è qualcosa di incredibile?, mentre sono incatenate hanno il cuore e la testa per pensare a tutto il  mondo.  Facciamo in modo che siano ascoltate.

Un abbraccio,

 

Luisa Morgantini

 

 

Alcune frasi delle bimbe: 

 

Sajeda  13 anni: "La disoccupazione causa povertà e una società che povera è piena di problemi, come ad esempio quello del fare l’elemosina. I poveri non sono solo quelli che non hanno risorse finanziarie, ma anche quelli che non hanno risorse educative".

Jameela, 13 anni: "Dico di no alla povertà, ma essere poveri non è una vergogna. Dobbiamo cooperare e aiutarci a vicenda attraverso la beneficenza. La povertà fa dei bambini giovani senzatetto, causa fame e divide le famiglie".

 Salma, 8 anni: "La povertà rende timidi i bambini, perché se gli si chiede di fare qualcosa e non hanno i soldi allora provano vergogna e si sentono in colpa".

Hadeer, 8 anni: "Spero che la pace arrivi nel nostro paese, e che le persone trovino lavoro".

 

 

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