Leader e celebrità di tutto il mondo ai funerali di Chavez

Caracas-Ma’an/ Reuters. Decine di personaggi pubblici, dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, al premio Oscar statunitense Sean Penn, hanno reso l’ultimo saluto a Hugo Chavez, il leader carismatico e controverso che ha cambiato il volto della politica in Sud America, cui funerali sono stati celebrati venerdì 8 marzo.

Chavez è morto questa settimana all’età di 58 anni, dopo due anni di battaglia contro il cancro. La sua morte ha devastato milioni dei suoi sostenitori, in gran parte poveri che lo amavano per aver messo la grande ricchezza petrolifera del paese al loro servizio, ma ha dato speranza ai suoi detrattori che lo vedevano come un dittatore.

Visitatore assiduo di Caracas e compagno anti-imperialista, Ahmadinejad ha ricevuto un’accoglienza trionfale mentre rendeva il suo omaggio a Chavez, poi, rompendo il protocollo, il presidente iraniano ha toccato la bara e stretto il pugno in un saluto rivoluzionario.

“Comandante, eccoti qui, imbattibile, puro e immortale”. Ha detto Nicolas Maduro, presidente ad interim e successore preferito di Chavez, con una voce rotta per l’emozione. Ha poi aggiunto: “La tua anima e il tuo spirito sono così potenti che il tuo corpo non ha potuto trattenere, ora sono in viaggio nell’universo, crescendo con benedizioni e amore”.

In cima alla bara di Chavez, avvolta nella bandiera rossa, gialla e blu del Venezuela, Maduro ha appoggiato una replica della spada del 19° secolo di Simon Bolivar, leader dell’indipendenza.

Un cantante con un cappello tradizionale ha intonato la musica tipica delle pianure di llanos, terra natia di Chavez.

Il feretro del defunto presidente sarà imbalsamato e mostrato “per l’eternità” come è accaduto ai leader comunisti, Lenin, Stalin e Mao.

Le sue spoglie rimarranno esposte al pubblico per un’altra settimana, per permettere ai milioni di venezuelani di rendere l’ultimo omaggio all’uomo che sarà ricordato come uno dei leader più colorati, controversi e populisti del mondo.

Alle prime ore dell’alba, una folla immensa di sostenitori di Chavez si era radunata per assistere alla cerimonia funebre, tenutasi all’Accademia militare, dove giaceva il feretro del leader. Molti erano vestiti con il rosso, colore del Partito socialista, portando la sua foto e sventolando le bandiere venezuelane.

“Ho pregato Dio perché conceda lunga vita a lui, non a me, ha detto Leonida Munoz, 73 anni, che indossava una maglietta con la foto degli occhi di Chavez. “Egli meritava di vivere più di me”, ha aggiunto.

Munoz ha riferito di aver aspettato più di 26 ore per vedere la bara di Chavez. Da mercoledì, più di due milioni di persone hanno sfilato di fronte alla bara, molti singhiozzavano, altri salutavano e facevano il segno della croce.

A Caracas c’erano gli amici latino-americani di rilievo di Chavez, come il presidente ecuadoriano Rafael Correa e l’ex leader del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva.

Il presidente cubano, Raul Castro, ha dichiarato: “La cosa più importante, è che egli se né andato imbattuto”, riferendosi alle quattro vittorie di Chavez alle elezioni presidenziali, durante i suoi 14 anni di governo. E ha aggiunto: “Era invincibile. Se né andato vittorioso e ciò non può essere cancellato, è già nella storia”.

Tra le celebrità che hanno partecipato al funerale, c’era il leader degli attivisti dei diritti civili, il reverendo statunitense, Jesse Jackson, che ha eseguito una preghiera durante le cerimonia funebre, oltre al rinomato direttore d’orchestra, Gustavo Dudamel, direttore dell’Orchestra Sinfonica venezuelana, Simon Bolivar, e della Los Angeles Philarmonic Orchestra, che ha diretto l’esecuzione di brani classici e dell’inno nazionale.

Le prossime elezioni. Tra le figure più controverse presenti al funerale di Chavez, c’erano il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e l’iraniano Ahmadinejad. Quest’ultimo ha scatenato una tempesta nella sua patria per aver dichiarato che Chavez sarebbe risorto accanto a Gesù Cristo e l’imam al-Mahdi, cui apparizione, secondo i musulmani sciiti, porterà la pace nel mondo.

Accanto agli amici di sinistra di Chavez, c’erano anche leader conservatori, come il cileno Sebastian Pinera e il colombiano Juan Manuel Santos. Nessun alto funzionario statunitense era presente.

William Delahunt, ex membro della Camera dei Rappresentanti Usa, e Gregory Meeks, attuale membro, erano presenti al funerale, in mezzo a speculazioni circa un possibile riavvicinamento tra i due governi ideologicamente opposti nell’era post-Chavez.

Una fonte governativa ha riferito che Chavez è entrato in coma lunedì, morendo il giorno dopo per una insufficienza respiratoria. Il cancro si era esteso ai polmoni, ha aggiunto la fonte.

Chavez non ha mai fatto trapelare informazioni sul cancro che lo affliggeva, e per la propria privacy, ha deciso di curarsi a Cuba principalmente.

Con la sua morte, si sono aperte le porte alle nuove elezioni nel paese membro dell’OPEC che vanta le più grandi riserve petrolifere del mondo. Tuttavia la data esatta del voto non è ancora chiara.

Alle porte dell’accademia, gli attivisti hanno distribuito foto che ritraggono Chavez con una frase stampata in cui il leader raccomandava di votare per Maduro se qualcosa gli dovesse accadere.

La Costituzione venezuelana dispone che le nuove elezioni dovranno essere convocate entro 30 giorni, tuttavia, i politici, parlando di un possibile ritardo hanno affermato che le autorità elettorali non saranno pronte in così poco tempo.

Maduro, 50 anni, ex autista di autobus, prima ministro degli esteri poi vice presidente, sarà quasi certamente lo sfidante del leader dell’opposizione, il centrista Henrique Capriles, 40 anni, governatore dello stato di Miranda che ha perso contro Chavez nelle elezioni di ottobre. Lo stesso Maduro ha prestato il giuramento come presidente ad interim dopo il funerale di venerdì.

Sempre venerdì, la Corte Suprema del Venezuela ha stabilito che Maduro non dovrà rinunciare alla presidenza ad interim per condurre la sua campagna elettorale. Capriles ha definito tale decisione “una frode costituzionale”.

Fonti dell’opposizione hanno affermato che la trentina di gruppi politici che compongono la coalizione dell’Unità Democratica hanno accettato la candidatura di Capriles, che con il suo 44 per cento di consensi, ottenuto alle elezioni del 2012 ha fatto registrare il miglior risultato mai raggiunto da un candidato contro Chavez.

In contrasto con il clima di lutto al funerale, Leopoldo Lopez, vecchio oppositore venezuelano, ha avvertito che l’era post-Chavez non porterebbe automaticamente un futuro migliore. Egli ha dichiarato: “L’incertezza continua, così come l’oscena ingerenza cubana e la flagrante violazione della Costituzione. Il nostro popolo continua ad essere sopraffatto dall’incertezza, l’inflazione e la scarsità di cibo”. E ha aggiunto:”Chiediamo a tutti i venezuelani a lottare per costruire una pacifica via d’uscita dalla crisi”.

Due recenti sondaggi hanno dato Maduro in forte vantaggio su Capriles. Gli investitori occidentali e i diplomatici stranieri prospettano una probabile vittoria per Maduro e una continuazione della linea politica di Chavez, almeno nel breve periodo.

L’ultimo sondaggio, condotto a metà febbraio, prima della morte di Chavez, dall’istituto locale, Datanalisis, ha attribuito a Maduro il 46,4 per cento delle preferenze, contro il 34,3 per cento di Capriles.